Per la serie non è mai troppo tardi, il fondo femminile italiano continua a scrivere pagine di storia importanti. L'ultima, di ieri, porta la firma di Marianna Longa, medaglia d'argento nella gara che ha aperto i mondiali di sci nordico a Liberec (Repubblica Ceca), la 10 km a tecnica classica.
Lombarda di Livigno, 30 anni da compiere ad agosto e un figlio di tre anni, Mary divenne famosa ai Giochi olimpici del 2002 per la caduta in prima frazione che fece franare la staffetta azzurra di Valbusa, Paruzzi e Belmondo: per la prima volta in quattro olimpiadi l'Italia femminile era fuori dal podio, riconquistato a Pragelato ai Giochi del 2006, quando Marianna si fece vedere al parterre tenendo in braccio il suo bimbo appena nato. «Dopo la maternità sono tornata anche per riscattare quella brutta giornata del 2002, ho avuto mille dubbi, ma ora so di aver fatto la cosa giusta».
La delusione di sette anni fa è ormai acqua passata, ora, assieme ad Arianna Follis, Marianna è la locomotiva di una squadra che non tradisce mai. Arrivata ai mondiali dopo tre podi consecutivi in coppa, Marianna ha continuato la serie positiva cominciata a gennaio nella gara preolimpica di Vancouver, 2ª in combinata, primo podio in carriera, proseguita a Rybinsk con la prima vittoria in una 10 km a skating e culminata pochi giorni fa con un altro secondo posto nella 10 km a tecnica classica corsa a Valdidentro. «Non conosco ancora i miei limiti - diceva Mary dopo ogni gioia -, sto scoprendomi solo ora, la mia forza è che adoro fare fatica, perché quando soffri poi apprezzi molto di più ogni cosa». Filosofia indispensabile per un fondista, soprattutto quando le gare, come ieri, non sono con partenza in linea: sei da solo e devi lottare contro te stesso, la pista e il cronometro. Devi trovare dentro di te la forza di spingere dall'inizio alla fine, devi tenere duro quando senti la fatica, l'unico riferimento sono i tempi che ti urlano i tecnici ai passaggi intermedi. Ieri Marianna è partita subito forte, era terzultima al via, dietro a lei due fra le grandi favorite, Kowalczyc e Saarinen, finite con lei sul podio. «Quando ho tagliato il traguardo mi sono subito voltata a cercare la polacca (che l'aveva battuta nell'ultima gara di coppa del mondo, ndr) e quando ho visto che era a debita distanza ho capito che una medaglia sarebbe stata mia di sicuro».
Sarà d'argento, "fantastico", oro alla finlandese Saarinen, ieri forse imbattibile, anche se Marianna è stata la più veloce nel finale, chiudendo a soli 4"2 dopo quasi mezz'ora di fatica. Michele, il suo bimbo che per seguirla a Liberec starà assente dall'asilo per due settimane (pensiamo però che non avrà bisogno della giustificazione...!) era nel parterre con la nonna ad aspettare l'abbraccio della mamma, una scena già vista ai Giochi di Torino, quando la ceca Neumannova vinse l'oro in combinata e fu travolta dall'affetto della figlia Lucia.
Bella storia quella di Marianna Longa: promettente atleta juniores (vinse una medaglia ai Mondiali di categoria nel 1999), ha faticato nel passaggio al massimo circuito, poi, alla vigilia dei Mondiali 2005, la notizia del ritiro: «Sono incinta». Ma non era finita. Mary è tornata e si è scoperta molto più forte, di testa, ma anche di fisico.
Ora non si ferma più: «Questa è stata la prima e spero dia la carica a tutti, ma ho altre possibilità, nella combinata a inseguimento e nella 30 km skating». Senza scordare la staffetta, c'è un brutto ricordo da cancellare...
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