Lotta ai fannulloni: risparmieremo 62 miliardi

Il ministro della Pubblica amministrazione Brunetta illustra i risultati della sua campagna anti-fannulloni davanti alle delegazioni di 40 Stati del mondo: "Già recuperati 5,5 miliardi con la burocrazia più snella. Ne risparmieremo 62 in 5 anni". Con le comunicazioni online tagliati 500 milioni di spese postali

Lotta ai fannulloni: risparmieremo  62 miliardi

nostro inviato a Venezia

«Le aziende private fanno più produttività con meno soldi e meno dipendenti: perché la pubblica amministrazione non dovrebbe raccogliere la sfida?». La domanda del ministro Renato Brunetta non è retorica, perché lui una risposta ce l’ha già. Sono i primi frutti della riforma che porta il suo nome, quella della guerra ai fannulloni; cifre che Brunetta ha elencato ieri alle 40 delegazioni governative di tutto il mondo, dall’Australia al Canada, riunite nella sua Venezia per un seminario dell’Ocse sul contributo che le burocrazie possono dare all’uscita dalla crisi.

Sembra una contraddizione in termini: eppure il simbolo dello sperpero, cioè i bilanci dello stato e gli uffici pubblici, può aiutare risparmio e crescita. Nel quinquennio 2008-13 la correzione dei conti pubblici dovuta alla riforma Brunetta contribuirà all’azione di risanamento per 62 miliardi di euro complessivi. Il numero di dipendenti pubblici, già ridotto di 70mila unità in due anni, continuerà a diminuire fino a un taglio complessivo di 300mila addetti entro il 2012. Questo calo dell’occupazione (pari all’8,4 per cento) significa un aumento medio di produttività del 2 per cento circa. Il contrasto all’assenteismo ha tagliato del 35 per cento le assenze per malattia e 65mila persone sono state «riportate al lavoro». E nel 2008 le politiche di «cutting red tape», cioè l’eliminazione di varie incombenze burocratiche, ha originato risparmi stimati in 5,5 miliardi di euro.
Ma la lotta agli sfaccendati pubblici non è l’unico fronte ad aver meritato all’Italia il plauso dell’Ocse, che alla modernizzazione della cosa pubblica nostrana ha realizzato uno studio presentato ieri (per ora solo in inglese ma presto tradotto in italiano). Nel computo si inseriscono anche la scuola e la sanità. «Sono già pronti e disponibili tutti gli strumenti tecnologici per gestire in via telematica i rapporti tra scuole e famiglie», ha spiegato Brunetta: orari, voti, comunicazioni, assenze possono essere on-line, basta che presidi e genitori lo vogliano.

Nella sanità la situazione è più articolata perché l’eliminazione dei passaggi burocratici è affidata alle regioni e alcune (Lombardia in testa, ma anche Emilia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania) sono all’avanguardia. Il ministro ha annunciato che entro sei mesi tutti i medici potranno rilasciare ricette on-line ed entro un anno anche i fascicoli sanitari potranno essere consultati sul web, mentre si sta lavorando sui sistemi di prenotazioni sanitarie on-line. «Questo è un vantaggio per i cittadini ma anche per le imprese», ha detto Brunetta. Esempio: in passato il dipendente malato doveva spedire due raccomandate con i certificati medici, una all’azienda e l’altra all’Inps, mentre ora è il medico a comunicare all’ente previdenziale in tempo reale sul web la malattia del lavoratore, e a sua volta l’Inps avvertirà il datore di lavoro; tutto a costo zero. «Soltanto di spese postali il risparmio è calcolato in 500 milioni di euro - ha dettagliato Brunetta - cui si aggiunge la minore possibilità di commettere truffe e abusi con errori più o meno voluti nei ticket e nelle autocertificazioni».

Il ministro non ha nascosto che si poteva fare di più. La spesa per la pubblica amministrazione è stata congelata, non tagliata, a differenza di quanto hanno fatto altri Paesi. Il Canada per esempio, ha spiegato ieri il ministro Stockwell Day, ha bloccato la spesa operativa e imposto tagli del 5 per cento agli esborsi dei ministeri, oltre ad aver introdotto una serie di incentivi per i dipendenti pubblici che presenteranno progetti efficaci di risparmio. Anche il nuovo governo inglese di David Cameron si prefigge massicci tagli: «L’obiettivo è ridurre i costi della pubblica amministrazione di un terzo senza diminuire i servizi favorendo la formazione di cooperative tra ex dipendenti pubblici cui trasferire parte del lavoro».

Insomma, le ricette perché gli apparati statali spendano meno sono molteplici e fantasiose.

Brunetta è un apripista, avendo un’esperienza di due anni e mezzo. E se il governo dovesse andare a casa? «Anche se ogni ministro è pro-tempore, e io ora mi sento pro-tempore al quadrato - risponde serafico Brunetta - vado avanti come se avessi di fronte l’eternità».

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