Roma - Lotta all’ultimo euro del tesoretto. A dar retta a Tommaso Padoa-Schioppa, la fetta di extragettito spendibile a fine giugno non dovrebbe superare i 2,5-3 miliardi di euro. Se così fosse, nel decreto che accompagnerà il varo del Dpef il 28 di questo mese ci sarebbe posto per un aumento delle pensioni più basse (si parla di 70 euro), per gli ammortizzatori sociali a favore dei disoccupati, e poco più. Ma la sinistra radicale vuole allargare i cordoni della borsa. La questione delle risorse sarà discussa oggi in un pranzo fra Prodi e i ministri economici, e domani in un vertice governo-maggioranza. Secondo il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi, «è probabile che si vada oltre i 2,5 miliardi».
Per decidere con precisione, Padoa-Schioppa vorrebbe aspettare l’esito dell’autotassazione. Nonostante la conferma, da parte di Bankitalia, della buona tendenza delle entrate fiscali (6 miliardi di gettito in più nei primi quattro mesi del 2007, rispetto allo stesso periodo del 2006), al ministero dell’Economia c’è infatti preoccupazione per alcune poste di bilancio a rischio: in primo luogo l’afflusso del Tfr all’Inps, che la Finanziaria fissava in 5 miliardi; in secondo luogo, i tagli di spesa dei ministeri, che sarebbero ben inferiori a quelli previsti. Tanto che non è esclusa una «manovrina» di aggiustamento, da varare insieme al Dpef. La parte restante del tesoretto verrebbe assegnata in settembre, con la Finanziaria.
Molti i problemi ancora aperti. Il primo è la sostituzione dello «scalone» pensionistico promessa ai sindacati: un intervento che, da solo, potrebbe assorbire gran parte delle risorse disponibili.
C’è poi da finanziare l’allargamento del cuneo fiscale a banche e assicurazioni: ieri il governo ha confermato ufficialmente che il decreto sarà abbandonato, e la copertura finanziaria - un miliardo e cento milioni in tre anni - sarà reperita con il decreto collegato al Dpef. Via XX settembre, sede del Tesoro, è assediata da richieste di ogni tipo da parte dei ministri - da maggiori risorse per la sicurezza a fondi per le infrastrutture - che insieme valgono dieci tesoretti.
Oggi, a Palazzo Chigi, Romano Prodi ne discuterà con i ministri Padoa-Schioppa, Damiano e Santagata. Il vertice di maggioranza fissato per domani, alla vigilia della riapertura del tavolo di concertazione con le parti sociali, vedrà una lotta all’arma bianca sull’utilizzo dell’extragettito. Il ministro dell’Economia dovrà prepararsi a fronteggiare il partito della spesa, guidato dalla sinistra radicale: «Le risorse ci sono, ora via lo scalone pensionistico», intima il segretario di Rifondazione, Franco Giordano.
Non ci sarà un euro, invece, per la riduzione dell’Ici cara al vicepremier Francesco Rutelli. Ieri, alla Camera, il sottosegretario Grandi e la maggioranza hanno trovato un compromesso per una prima riduzione dell’Ici, ma a partire dal 2008, o forse ancora più in là. «Sono favorevole a far partire gli sgravi dal 2008 - ha spiegato Grandi - ma non so se ce la faremo».
Il meccanismo ipotizzato è una franchigia di 100 metri quadrati sulla prima casa, su cui non si pagherebbe l’Ici. La franchigia salirebbe a 150 metri quadrati, una volta a regime la riforma degli estimi catastali. L’ennesima promessa di sgravio «a babbo morto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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