Ariela Piattelli
Saranno 150 i ragazzi che oggi, intorno alle 10 del mattino, sfileranno sul red carpet della Festa con un ospite deccezione. Sarà perché il mondo dei bambini lha sempre affascinato, o perché proprio ai più piccoli ha dedicato lultima fase della sua carriera cinematografica, ma Luc Besson sceglie di sbarcare alla Festa con i piccoli giurati di «Alice nelle città», la sezione della kermesse capitolina dedicata al cinema e alla letteratura per ragazzi. Sceglie loro come coprotagonisti del suo soggiorno romano, perché al mondo dei bambini è dedicata la sua ultima opera. Il regista di Nikita infatti presenterà in mattinata ai ragazzi (Sala Sinopoli) il backstage e il trailer di quello che probabilmente sarà il suo ultimo film, il kolossal Arthur et les Minimoys, in uscita a Natale in tutto il mondo e a febbraio in Italia.
Besson sembra proprio aver deciso. Questo sarà il suo ultimo film. «I miei film sono come figli e dieci figli mi possono bastare - ha detto il regista francese -. Ormai ho deciso, lo devo a me stesso, Arthur sarà il mio ultimo film. Produrrò i sequel, ma da regista voglio fermarmi prima di fare qualche film di troppo, come è successo a certi miei colleghi». Forse ha ragione lui, è meglio chiudere in grande e uscire di scena a testa alta, cosa che non tutti sanno fare. Ma lui sì, perché già sa che questo film sarà un successo: non è certo un novello degli effetti speciali, ha sfidato il mondo della postproduzione con Il quinto elemento e Leon. Ora questa è una grande prova, un fantakolossal in 3d da ben 85 milioni di Euro di budget. La storia è quella di Arthur, un bambino interpretato da Freddie Highmore, che deve fare i conti con il malvagio di turno per difendere la casa della nonna, interpretata da Mia Farrow. Per portare a termine la sua missione il ragazzo deve impossessarsi del tesoro di suo nonno, che si nasconde proprio nel fantastico mondo dei Minimei. Il film di Besson è tratto dal primo capitolo della saga letteraria per ragazzi, composta da tre libri, scritta dallo stesso regista. «Desideravo inculcare ai miei figli alcuni valori che altrimenti non è così facile far loro capire - spiega Besson -: il rispetto per sé e per gli altri e lamore per la natura. Concetti un po difficili per i ragazzini.
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