L'urlo di Lampedusa: "Ora basta" Sei navi svuoteranno l'isola

Nelle ultime ore sono arrivati oltre 2mila immigrati: si sfiora quota 20mila. Fazio: "Condizioni drammatiche, ma non c'è rischio epidemia". Mercoledì arriveranno sei navi che svuoteranno tutta l'isola. I lampedusani in piazza per chiedere aiuto al governo: "Non vogliamo entrare in quarantena". Bloccato il porto: impedito il transito delle motovedette che soccorrono gli immigrati. Le foto dei tunisini a Manduria. Caos anche a Ventimiglia: 200 stranieri in stazione 

L'urlo di Lampedusa: "Ora basta" 
Sei navi svuoteranno l'isola

Lampedusa - Nelle ultime ore sono arrivati a Lampedusa circa 2mila immigrati: oltre 3.700 nelle ultime 72 ore. L'isola siciliana è ormai al collasso e non mancano le prime conseguenze di questa emergenza. Un gruppo di clandestini ha, infatti, fatto irruzione in una casa. Ed è il caos: un gruppo di lampedusani, tra cui alcune donne, ha rivoltato i cassonetti davanti il varco militare al porto bloccando il transito e chiedendo al governo soluzioni per mettere fine all’emergenza immigrazione nell’isola. Anche alcuni pescatori hanno trainato quattro barconi usati per posizionarli all’ingresso del porto e impedire il transito delle motovedette che soccorrono gli immigrati. Mercoledì pomeriggio sei navi, con una capienza complessiva di 10mila posti, saranno a Lampedusa per trasferire tutti i migranti presenti ancora sull’isola.

Lampedusa all'esasperazione A Lampedusa continua la situazione di grave emergenza per l’arrivo di migliaia di immigrati. Un gruppo di lampedusani ha rivoltato tre cassonetti davanti al porto bloccando il transito e chiedendo al governo soluzioni per mettere fine all’emergenza immigrazione nell’isola. In strada sono stati gettati anche due grossi recipienti usati per contenere acqua, vasi e pietre. Alcuni dei manifestanti si sono seduti davanti al cumulo di macerie, alzando due bandiere: quella della Trinacria, simbolo della Sicilia, e quella a scacchi di Lampedusa. "Non vogliamo entrare in quarantena", ha urlato un ragazzo mentre altri hanno invocato "lo sciopero generale". "Noi siamo il popolo di Lampedusa, lo sappiano i leghisti che ci costringono a vivere in questa situazione - dice uno dei manifestanti - rivogliamo indietro la nostra libertà, solo questo chiediamo. Difendiamo la nostra dignità, siamo stanchi".

Il presidio sul molo È stato rimosso il presidio dagli abitanti di Lampedusa, in particolare tantissime donne, che per diverse ore hanno bloccato il molo del porto chiedendo una soluzione definita all’emergenza immigrazione che soffoca l’isola da circa due mesi. Personale incaricato dal sindaco sta togliendo dalla strada i cassonetti della spazzatura e il materiale utilizzato dai manifestanti per impedire la circolazione. All’ingresso del porto rimangono alla deriva i dodici barconi, usati dai migranti e sequestrati, che alcuni pescatori hanno trainato con delle corde creando una sorta di barriera per ostacolare il passaggio delle motovedette in caso di arrivo di altri extracomunitari.

Sei navi per "svuotare" Lampedusa Mercoledì pomeriggio sei navi, con una capienza complessiva di 10mila posti, saranno a Lampedusa per trasferire tutti i migranti presenti ancora sull’isola. Il commissario straordinario per l’emergenza umanitaria, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, ha spiegato che i piano messo a punto dall’unità di crisi, d’intesa con il governo, prevede l’impiego di cinque navi passeggeri di diverse compagnie di navigazione e dell’unità militare San Marco che in questi giorni è già stata utilizzata per il trasferimento degli immigrati ad Augusta e Taranto. Nello stesso tempo il governo sta predisponendo in tutto il territorio nazionale la realizzazione di alcune tendopoli e la ristrutturazione di alcune caserme per ospitare i migranti.

L'entità dell'emergenza Gli immigrati sbarcati dall’inizio dell’anno sono ormai quasi 20mila. Di questi, circa 5mila sono ancora a Lampedusa in attesa di essere trasferiti nei centri di Mineo, in provincia di Catania, a Manduria (Taranto), Crotone o in altre aree dove ci sarà disponibilità di posti, non ancora definite. Solo una piccola parte di immigati è stata rimpatriata: si tratta prevalentemente di cittadini egiziani (qualche centinaia di persone). La stragrande maggioranza degli arrivi è costituita da tunisini. Altri 5-6mila sono ospitati nei tredici Centri di identificazione e accoglienza distribuiti in diverse regioni della penisola dove di fatto c’è il "tutto esaurito". Nei Cie sono ospitati circa duemila immigrati (capienza ufficiale secondo i dati del Viminale è infatti di 1814 posti). A questi si aggiungono gli immigrati che hanno presentato domanda di asilo e di protezione umanitaria che sono nei CARA (capienza circa 1.600 posti) e nei centri di Mineo (800) e Manduria dove la capienza dagli attuali 600 è destinata ad arrivare nelle prossime ore a quota 1.500 unità nella tendopoli allestita. E proprio da Manduria sono già fuggiti oltre 130immigrati.

Gli immigrati fuggono al Nord Dall’inizio dell’emergenza sbarchi a Lampedusa si sono perse le tracce di diverse migliaia di immigrati. Quanti sono? Probabilmente migliaia. C’è chi ragionando sulle cifre appena elencate ipotizza anche sei-settemila. Hanno lasciato i Centri nelle scorse settimane e continuano a farlo. Sono in fuga dalla Sicilia verso il Nord Italia. Scavalcano le reti dei centri di accoglienza e proseguono in una corsa disperata per raggiungere altri paesi Ue, in particolare la Francia. E' di oggi la notizia della emergenza a Ventimiglia, al confine con la Francia, dove sono arrivati circa duecento tunisini dalla Sicilia. Si sono accampati nella stazione ferroviaria della città di frontiera in attesa di proseguire il viaggio verso la Francia. Alcuni di loro sono riusciti ad entrare in territorio francese clandestinamente, altri sono stati respinti al confine dalla polizia transalpina e vagano per la cittadina ligure, trascorrendo la notte in strada, nei sottopassaggi della stazione o nei vagoni dei treni in sosta. Per fronteggiare una possibile emergenza sanitaria il Comune di Ventimiglia e le Ferrovie dello Stato hanno siglato un accordo che prevede l’allestimento di un centro di accoglienza temporanea all’interno dei locali dell’ex dogana francese e l’apertura per 24 ore dei servizi igienici della stazione ferroviaria.

Difficile identificare i clandestini Nel fine settimana si registrano arrivi di decine di immigrati in fuga anche nel Nord Est. A Padova, la Prefettura e la questura hanno avviato controlli e un monitoraggio sull’arrivo di alcune decine di cittadini tunisini provenienti da Cie di Lampedusa. Se accertato il loro status di clandestini dovrebbero essere inviati nei Cie, identificati ed espulsi come prevede la legge Bossi-Fini. Paradossale ma è difficile identificare e espellere i clandestini in una regione, il Veneto, che non ha un Cie e che nonostante i tentativi del ministro dell’Interno Roberto Maroni non sembra per nulla intenzionata a realizzarne uno nei propri confini. Il piano del Viminale per lo svuotamento degli immigrati da Lampedusa, che sarà in cdm mercoledì prossimo, prevede l’utilizzo di sei navi per il loro trasferimento. Non è stata annunciata la destinazione.

Fazio: "Condizioni drammatiche" "Le condizioni igienico sanitarie sono drammatiche". Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha lanciato l'allarme pur assicurando che "non c’è il rischio di epidemia".

Il ministro ha chiarito: "Non riteniamo in realtà che ci sia un rischio di epidemia, ma un problema igienico sanitario importante, che c’è adesso a Lampedusa e che potrebbe continuare in futuro. Per questo ci sarà una Conferenza il 13 aprile dei ministri della Salute dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo". Fazio ha, infine, concluso: "I nostri ispettori arriveranno sull’isola oggi".

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