Piera Anna Franini
LOrchestra Sinfonica Verdi sta affrontando Sostakovic capitolo per capitolo: su disco, per la casa discografica Arts, e in concerto. A condurre limpresa è Oleg Caetani, italiano per parte di madre e russo per parte di padre (il grande Igor Markevich) ha studiato con Franco Ferrara, a Parigi con Nadia Boulanger e infine a Sanpietroburgo Ilya Mussin. Stasera e domani, alle ore 20.30, nellAuditorium di largo Mahler, Caetani aggiunge un importante tassello al ciclo sinfonico di Sostakovic che lorchestra completerà entro lanno prossimo aggiudicandosi la palma della prima compagine italiana che abbia affrontato lintegrale discografica. Si tratta della Quindicesima Sinfonia, preceduta in questi anni di collaborazione con Caetani dallesecuzione delle sinfonie numero 1, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 e 11, in luglio sono in programma le incisioni della seconda e dodicesima.
Limpaginato prevede inoltre louverture dal Guglielmo Tell di Rossini e Starke Scheite Schichtet mir Dort, il finale della terza scena del terzo atto del Crepuscolo degli dei di Wagner con il soprano russo Larisa Shevchenko. Combinazione di titoli nata dalla stretta rete di connessioni fra le tre partiture. È Caetani a spiegarcelo, «in questa partitura vi sono citazioni di precedenti sinfonie, della quarta, settima, decima e undicesima anzitutto. È come se lautore rivedesse il passato. La quindicesima è scritta a due anni dalla scomparsa, preceduta da una sinfonia che riflette la paura di Sostakovic nei confronti della morte, timore qui metabolizzato». Autocitazioni, mature retrospezioni: «Vi sono tante allusioni a Wagner e a Rossini», continua Caetani che rammenta «non cè più la grande massa sonora delle sinfonie precedenti, la quindicesima è molto trasparente, costruita con ferrea logica». Il direttore ha lavorato più volte a Sostakovic alla testa di compagini tedesche, però ammette che «unorchestra italiana può tradurre ancora meglio di una tedesca il lato croccante, asciutto e brillante di questa pagina». Collaborazione di vecchia data con lorchestra di Milano e conoscenza dellambiente europeo che detta a Caetani questa conclusione: «La Verdi può essere assunta a modello anche allestero, perché altrove vi sono solo orchestre giovanili, nate per soddisfare una serie di concerti e basta, mancano invece organici costituiti da giovani che lavorano regolarmente, il caso appunto della Verdi». Unattività stabile, noi aggiungiamo, accompagnata tuttavia da parecchie difficoltà economiche e da uno status che non le viene totalmente riconosciuto. Le osservazioni sui giovani musicisti ci portano dritti dritti a riflettere sul fenomeno dei direttori ventenni, talentuosi e già su podii importanti: il caso recente di Robin Ticciati, domenica alla Scala.
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