RomaSarà stato per la calda giornata estiva con il termometro oltre i trenta gradi. Oppure per la festività romana di San Pietro e Paolo che avrà convinto alcuni parlamentari, spossati dallincessante attività lavorativa, a cedere alla tentazione di un lungo ponte. Fatto sta che tra le fila della maggioranza le assenze superano il livello di guardia. E dopo una mattinata in sofferenza nel pomeriggio viene bocciato lintero articolo 1 della legge comunitaria con otto voti di scarto: 270 i voti contrari dellopposizione e 262 quelli favorevoli della maggioranza.
Di avvisaglie ce nerano state fin dalla prima votazione finita in pareggio. La vera scivolata è, però, arrivata sullarticolo che rappresenta il «cuore» del provvedimento in quanto contiene la delega al governo per lattuazione delle direttive comunitarie. Una votazione sulla quale si sono registrati 43 vuoti tra i banchi dei deputati del Pdl. Quattro gli assenti della Lega, 8 tra i Responsabili (anche se Francesco Pionati ha protestato con il presidente Buttiglione rivendicando la sua presenza in aula) e 12, infine, i vuoti nelle file del gruppo Misto. Tra quanti hanno bucato il voto in aula del Pdl, nomi di peso come Denis Verdini, Claudio Scajola, Niccolò Ghedini, Guido Crosetto e Mario Valducci. Luigi Casero, invece, ha fatto notare che era presente in aula e non ha funzionato il sistema elettronico.
Dallopposizione si è subito levato il grido «dimissioni, dimissioni». Umberto Bossi e Fabrizio Cicchitto hanno, però, subito derubricato il tutto a semplice incidente di percorso. «Cè stato nei giorni scorsi un voto di fiducia e oggi cè stato solo un incidente parlamentare» dice il capogruppo del Pdl. Il Senatùr fa notare che «cè gente che è andata al mare». Nel Pdl, però, cè malumore nei confronti degli assenti non giustificati. «I gruppi che sostengono il governo non sono tre, Pdl, Lega e Responsabili; il voto di oggi dimostra che esiste un quarto gruppo: quello degli irresponsabili» dicono in coro Maurizio Bianconi e Pietro Laffranco insieme a Enrico La Loggia. A questo punto la maggioranza sta analizzando due possibili soluzioni. La prima prevede un accordo bipartisan con lopposizione. La seconda uno spacchettamento delle deleghe da inserire negli articoli ancora da votare. Soluzioni sulle quali si è accesa una riflessione, alla presenza dello stesso Silvio Berlusconi, nella sala del governo della Camera. Una riunione post-voto caratterizzata dai toni accesi e dalla rabbia del premier, deluso dallinattesa debacle daula. Berlusconi ha discusso con i capigruppo Pdl e Lega, Fabrizio Cicchitto e Marco Reguzzoni, i vicepresidenti della Camera Maurizio Lupi e Antonio Leone, il vicecapogruppo Massimo Corsaro e il relatore della Comunitaria, Gianluca Pini. Tutti a cercare di capire come abbia fatto il governo ad andare sotto. «Con questi giochi si rischia di far saltare il governo», ha sottolineato il capo dellesecutivo che ha voluto sapere il motivo per cui tanti deputati del Pdl fossero assenti. «Non ci si può comportare in questo modo, bisogna restare in aula a votare», ha argomentato il premier. Proprio martedì Berlusconi aveva chiesto compattezza e unità ai presenti al vertice di maggioranza. Il timore diffuso è che sulle assenze possa aver giocato il mal di pancia di qualche singolo.
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