Gian Micalessin
Ytzhak Rabin ci restò secco pochi giorni dopo. Ariel Sharon liquidò tutto con una battuta «Fatemi sapere quando farà effetto». Sei mesi dopo era un vegetale. Ora la Pulsa diNura, la «staffilata di fuoco», sta per colpire di nuovo. Nel mirino stavolta ci sono gli organizzatori della Gay parade di venerdì prossimo a Gerusalemme, i capi della polizia pronti a proteggere la «sconcia filata» e il procuratore generale Menachem Mazuz intestarditosi ad autorizzare la parata omosessuale. Dallaltra parte ci sono loro, i rabbini di Edah Haredit, una delle più radicali organizzazioni del fondamentalismo ebraico. Così tradizionalista da rinnegare sionismo e stato dIsraele. Così radicale da contemplare il rito kabbalista della Pulsa diNura per maledire a morte i difensori dell«immonda» manifestazione. Così arcaica da ignorare che solo un sacro sinedrio, la corte dei 71 saggi mai più riunita dopo la distruzione del secondo tempio, può comminare condanne a morte religiose.
Che la variopinta marcia di gay per la Città Santa non andasse a genio lo si era capito. Da un paio di sere Mea Sharim e gli altri quartieri di Gerusalemme roccaforti del fondamentalismo ebraico sono in fiamme. Orde di scatenati in palandrana nera mitragliano di sassi la polizia e incendiano cassonetti dellimmondizia. Per ridurre a più miti consigli quel manipolo desaltati non è bastato spostare la «Gay parade» fuori dal centro. Quellidea troppo conciliante ha, anzi, garantito al procuratore Mazuz linserimento nel girone dei dannati. La decisione di recitare la Pulsa diNura, come ha spiegato Shmuel Poppenheim, portavoce dellEdah Haredit, è stata presa lunedì nella riunione dei rabbini dellassociazione presieduta da Moshe Sternbach. Sarà lui una di queste notti a recitare lesorcismo mortale che in Zohar, uno dei testi classici della cabbala, viene riservato a chi infrange gli obblighi religiosi.
Davanti ad almeno dieci maschi ebrei, sposati, barbuti e di almeno quarantanni la sua voce gorgoglierà lantica formula «Soffocalo, soffocalo fino a far morire lui e il suo spettro». Se tutto seguirà i segreti canoni, assicurano i rabbini dellorganizzazione, gli svergognati «non sopravviveranno più di un anno». Così successe con Rabin «maledetto» dal rabbino avigdor Askin la notte del 6 ottobre 1995 e assassinato meno di un mese dopo. Così andò a Sharon «dannato» la notte di shabbat del 24 giugno 2005 e colpito da un ictus senza ritorno il 4 gennaio. Due «successi» che la Edah Haredith non può, però, rivendicare.
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