Manca un nullaosta: il reparto resta chiuso

Un reparto nuovo, perfettamente pronto, destinato alle persone in coma. Ma anche a quelle che dal coma si sono risvegliate e ora necessitano di tutte le cure necessarie per riprendere una vita normale, dalla riabilitazione al monitoraggio continuo delle funzioni vitali, cuore e cervello in primis. Ventuno posti letto per la neuroriabilitazione e tre sale operatorie per la neurochirurgia nel Neurological Centre of Latium, una struttura privata convenzionata con la Regione, in via Patraci, 6, zona Tuscolana, sono pronti da più sei mesi e a tutt’oggi mai utilizzati. Motivo? Problemi di carattere «burocratico». Manca, infatti, solo l’Ok da parte della Regione o meglio dalla Asl competente. Ma quell’Ok tarda ad arrivare e la Regione finora non ha fatto nulla per sollecitare l’azienda locale a inviare alla struttura quel documento che permetterebbe di aprire il reparto. «Si tratta di un servizio di rilevante importanza - sottolinea Marco Ciccozzi, amministratore unico del Neurological Centre of Latium di Roma (Ncl) - vista la quasi totale inesistenza nella capitale di strutture così all’avanguardia per la neurochirurgia e soprattutto considerando la preoccupante mancanza di posti letto negli ospedali del Lazio». Che quel reparto sia all’avanguardia lo si respira appena entrati. Nella sala operatoria, accanto a tutti gli strumenti necessari, vi sono postazioni internet che permettono al chirurgo che sta operando di collegarsi con altri colleghi in ogni parte del mondo per avere consulenze. Ma tutte le sale spiccano per funzionalità e pulizia, anche perché vi sono dipendenti interni (e non lavoratori esterni, come accade nelle strutture pubbliche), che rimuovono lo sporco quotidianamente. «Abbiamo macchinari sofisticati fermi da sei mesi - spiega un dipendente, che preferisce l’anonimato - se non venissero puliti costantemente, una volta che il reparto sarà aperto, necessiterebbero di una costosa rimessa in opera». Entrando nel reparto, sulla destra, si trovano le stanze destinate a chi è in coma profondo. Una di queste viene utilizzata per lavare queste persone: letti con margini in acciaio molto alti, una specie di rubinetto movibile e strumenti con cui imbracare i pazienti che spesso sono molto pesanti da sollevare. Due sale vengono destinate ai parenti: armadietti, lavabo e poco altro. «Servono per un appoggio - continua l’operatore -. Spesso e volentieri si sa quando i malati arrivano, ma non quando escono. Quindi l’ospedale si è attrezzato». Ci sono anche corridoi ad hoc per lo sporco, in cui finiscono i sacchi dell’immondizia e altri dove invece transitano i malati che devono muoversi fra una sala e l’altra. Per ora, però, è tutto fermo. Senza l’Ok della Regione, tutti i macchinari e le sale pronte fanno mostra di sé, ma le persone in coma non possono usufruirne. Eppure per quella struttura è stato speso anche molto denaro: quasi due milioni per l’intero ospedale, di cui la maggior parte proprio per quei 21 letti e quelle sale operatorie ad oggi inutilizzate.

«E i Nas - continua Ciccozzi - che anche lì, come in altre strutture della capitale, la scorsa settimana hanno effettuato un’ispezione, si sono resi conto che le condizioni di quei reparti sono eccellenti, mettendo queste osservazioni nero su bianco in un verbale». La parola alla Regione.

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