«Mancano i soldi» navi militari a rischio

da Milano

Oggi scende in mare a Riva Trigoso il cacciatorpediniere Caio Duilio, unità realizzata per la nostra Marina da Fincantieri e Finmeccanica, una nave che vale oltre 800 milioni di euro e che sarà consegnata al cliente nel 2010, mentre la gemella Andrea Doria sarà consegnata a fine 2008. Peccato che il successo di questo programma internazionale, frutto della collaborazione con la Francia, che ha ordinato a sua volta due unità, non sia stato replicato nella sua secondo parte, con le fregate classe Rinascimento. La Francia doveva acquistarne 17, l'Italia 10. Solo che mentre i cugini transalpini navigano tranquillamente avendone già ordinate otto, e altre quattro saranno ordinate nel 2011, l'Italia arranca. A fatica ne sono state ordinate due. Ma ritardo dopo ritardo i lavori partiranno, se va bene, a febbraio del prossimo anno. Il motivo è semplice: mancano i soldi. Le promesse sono state fatte, ma i quattrini nel bilancio ordinario non ci sono, e i mutui non sono stati erogati. Anche a causa dei problemi per trovare un partner bancario e concordare una pianificazione ragionevole. Al punto che l'industria, che sta già lavorando al programma, lo fa rischiando i propri investimenti.
Non solo. Gli accordi stipulati prevedono che entro novembre il ministero della Difesa ordini la seconda tranche di quattro navi, che possono costare relativamente poco solo se venissero prodotte in serie, una all'anno. Il termine non sarà rispettato e ci saranno 21 milioni di euro di penale da pagare alle industrie, soldi davvero buttati. Altro che efficienza della spesa. I soldi sono pochi e vengono pure sprecati.

Le conseguenze? I conti saltano, la Marina resta senza navi, l'industria vede compromessi i suoi piani ed è penalizzata sul piano internazionale, perché i francesi hanno navi vere da offrire ai clienti stranieri, l'Italia solo promesse.

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