La manovra spiegata da Dostoevskij

La chiave dolorosa della manovra di Monti è ne l'Idiota di Dostoevskij. Il dolore maggiore, spiega lo scrittore, non è la sofferenza patita, ma "la certezza che tra un'ora, poi tra dieci minuti, poi fra mezzo minuto,poi ora,subito" arrive­rà la mazzata di Stato.

La manovra spiegata da Dostoevskij

La manovra spiegata da Dostoevskij.

La chiave dolorosa della manovra di Monti è ne l'Idiota di Dostoevskij. Il dolore maggiore, spiega lo scrittore, non è la sofferenza patita, ma "la certezza che tra un'ora, poi tra dieci minuti, poi fra mezzo minuto,poi ora,subito" arrive­rà la mazzata di Stato. "Questa certezza è spaventosa. Tu metti la testa sotto la mannaia, senti strisciare il ferro, e quel quarto di secondo è più atroce di qualun­que agonia".

Per Dostoevskij il delitto legale è più spaventoso di quello d'un brigante. La le­galità- spiega- toglie con certezza mate­m­atica spietata anche la speranza di sal­varsi. Il dolore per l'annuncio dei sacrifici ha già fatto patire gli italiani. Dal punto di vista fiscale l'effetto è inesistente per­ché non c'è stato ancora alcun prelievo; ma dal punto di vista morale e psicologi­co, il danno è già compiuto ed è devastan­te. Gli italiani arriveranno a pagare la ma­novra quando saranno già stremati e di­sperati. Per pietà, finitela con questo stillici­dio, non potete tenerci sul patibolo così a lungo. Da mesi proclamate l'imminen­za delle nostre sofferenze. Senza averle subite, le abbiamo già patite.

La natura umana, seguita Dostoe­vskij, non "può sopportare un tal colpo senza perdere la ragione.

Perché dun­que questa pena mostruosa e inutile? No, no, è inumana la pena, è selvaggia e non può né deve essere lecito applicarla all'uomo". Dostoevskij si riferiva all'atte­sa dell'esecuzione capitale e alla sua esperienza di graziato in extremis. Qui non c'è condanna a morte, è vero, ma non c'è nemmeno speranza di essere graziati

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