La strada per la ripresa non sarà lineare. Molti gli ostacoli che il tessuto produttivo emiliano romagnolo dovrà superare nel medio e lungo periodo. Il nuovo numero di Dossier, in edicola con il Giornale, prende in esame anche le iniziative e i piani strategici dell'associazione degli industriali regionali.
Si parte dalle riflessioni del presidente di Confindustria Emilia Romagna, Maurizio Marchesini (nella foto). Prioritario l'abbassamento dei costi che gravano sulle imprese.
«È ora di procedere all'eliminazione progressiva del costo del lavoro dalla base imponibile Irap - sottolinea Marchesini - tagliando di 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle aziende manifatturiere. Sul fronte dell'energia, invece, è necessario ridurre del 30 per cento le componenti para-fiscali della bolletta per le imprese manifatturiere. E, infine, premiare con sgravi chi impiega manodopera».
Non solo, per il numero uno degli industriali in regione, «serve subito un patto per gli investimenti per il rilancio della manifattura». Felici, nonostante la difficile congiuntura, restano le esportazioni, ancora una volta dimostratesi l'ancora di salvezza per numerose imprese. Di segno positivo, infatti, sono gli indici di esportazioni generati dal sistema produttivo emiliano fino a settembre 2012, con un volume di scambi pari a 37 miliardi di euro, in crescita del 3,4 per cento rispetto all'analoga congiuntura del 2011.
Non a caso, «tra le attività prioritarie e urgenti nel nostro piano strategico - osserva il neopresidente della Camera di commercio di Bologna, Giorgio Tabellini - vi è il supporto alla internazionalizzazione delle imprese, che tenga conto della evoluzione globale che hanno avuto i mercati di riferimento per il tessuto produttivo bolognese.
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