(...) ragionevolmente per un mese allanno, per le necessità contingenti della più importante esposizione internazionale del settore. Negli altri undici mesi, invece, e altrettanto ragionevolmente, lidea era quella di farci attraccare i clienti abituali, del resto facilissimi da trovare vista la «fame» di posti barca che cè in giro per il Mediterraneo.
Allora, il sindaco Giuseppe Pericu e il presidente della Regione Claudio Burlando, daccordo col numero uno dellAutorità portuale Giovanni Novi, fecero promesse solenni: «Entro lanno verranno assegnati gli spazi, forse tramite gara, si vedrà. Di sicuro faremo partire loperatività della struttura che, arricchendo la dotazione della Fiera, diventerà la naturale prosecuzione del litorale cittadino, della promenade di corso Italia». Seguirono brindisi, baci, abbracci, strette di mano e felicitazioni. Daltronde le istituzioni locali avevano impiegato nella questione 45 milioni di euro (!) di denaro pubblico, cioè dei cittadini, e pareva logico attendersi unaccelerazione per rientrare dallinvestimento.
Va da sé - basta vedere cosa stanno opportunamente combinando nellestremo ponente ligure, con ingenti investimenti volti a realizzare nuovi porti turistici -, va da sé, dunque, che mettere a disposizione banchine così capienti praticamente nel cuore di Genova possa comportare un introito diretto e indotto di proporzioni milionarie, in euro naturalmente. Tanta manna, per chi ha in concessione gli spazi, ma anche per chi gestisce esercizi commerciali o comunque attività economiche, comprese quelle non direttamente legate alla nautica. Con ovvi riscontri positivi, infine - almeno, si pensava - per le istituzioni locali, interessate - visto linvestimento - a ricavare risorse da unarea a mare tanto funzionale e appetibile.
E invece... E invece succede che, da fine 2006 a oggi (ma anche domani), i moli sono deserti - al di là del «solito» Salone nautico - salvo qualche megayacht che trova spazio, beato lui, dalle parti dei cantieri della società Amico & Co. Nel frattempo, lAutorità portuale ha trattato, per lassegnazione degli spazi, con la Fiera, ma senza fretta, nonostante il nuovo presidente Luigi Merlo si sia dichiarato disponibile a risolvere il «caso». E succede anche, intanto, che i titolari delle attività collegate, che avevano creduto alle promesse da marinaio investendo mezzi propri nellavvio e nel mantenimento delle attività di supporto alla nautica, sono arrivati allo stremo e pensano di chiudere le saracinesche per assoluta mancanza di lavoro: il bar che incassa 70 euro in unintera giornata; Marina Service, 12 dipendenti, che pare rassegnata a ridimensionare il proprio ruolo; lo Yacht club Città di Genova che organizza fra laltro corsi e liniziativa per i giovani «Capitani coraggiosi», ma ora pensa di smettere; le quattro società di subacquea con una quindicina di impiegati. Tutti a rischio di chiusura, ma tutti ancora in attesa di un segnale prima di gettare la spugna. Anche perché non vogliono rassegnarsi a subire passivamente quello che considerano una follia amministrativa e contabile (anche se a spese dei contribuenti): «È assurdo - spiega uno dei tanti dipendenti a rischio - che da due anni gli spazi davanti alle banchine siano serviti solo a ospitare la Festa dellUnità, i caravan del Luna park e, prossimamente, il concerto di Vasco Rossi.
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