Marito e moglie scomparsi da casa Caccia al figlio, sospettato d’omicidio

Catanzaro, a dare l’allarme un nipote La coppia era appena arrivata nella propria villetta al mare: ovunque ci sono tracce di sangue

Marito e moglie scomparsi da casa Caccia al figlio, sospettato d’omicidio

Il delitto c’è ma non si vede. O meglio non si trovano le vittime. Nessuna «magia», solo tanto raccapriccio: coltelli insanguinati, un fucile da sub che sembra aver infilzato qualcosa più di un’orata, ciocche di capelli sparse, una casa a soqquadro, mobili, tovaglie, asciugamani tinti di quel rosso che dopo qualche ora somiglia alla ruggine.
Non ci sono i cadaveri, ma c’è l’olezzo terribile del delitto. È ancora un giallo ma dall’esito quasi scontato, la scomparsa di due coniugi romani in vacanza nella loro villetta all’interno del villaggio Eucaliptus di Simeri Mare, nel Catanzarese. Da martedì non si hanno più loro notizie, i carabinieri stanno cercando il figlio. Pasquale, 33 anni. Un tipo strano, a quanto pare, qualche disturbo psichico - ammettono i parenti - ma nulla finora che potesse far presagire il dramma. Luigi De Marco, 71 anni, e la moglie Maria Campisano, 58, ricchi commercianti in pensione residenti a Roma, quattro giorni fa avrebbero dovuto partecipare a un funerale. Ma a quelle esequie nessuno li ha visti.
Così l’altra sera, intorno alle 22,15 è stato un loro nipote, Salvatore Doria, a dare l’allarme. Preoccupato per il silenzio degli zii ha bussato alla porta della villetta senza ottenere risposta. Eppure c’era qualcuno all’interno. Il cugino Pasquale che rifiutava di aprire. Doria ha così chiamato il 112, quando i carabinieri sono arrivati sul posto il figlio della coppia era però fuggito, scavalcando un balcone che affaccia sul retro.
Nella villetta a schiera i segni di una mattanza. E i racconti dei vicini. Che martedì mattina avrebbero sentito delle urla provenire da quell’appartamento. Nulla, tuttavia, che potesse destare preoccupazione.
Le indagini hanno preso, da subito, una direzione precisa. Si cerca il figlio della coppia, Pasquale De Marco, un tipo dalla personalità alquanto complessa. Nessuna occupazione, soldi in tasca forniti dai genitori e una passione innata per il computer e per i viaggi. La sua vita era divisa tra Londra e New York, comunque mai nello stesso luogo per molto tempo. Dopo l’ennesimo peregrinare, venti giorni fa, la decisione di venire nella villetta di Simeri mare e nell’abitazione di Santa Maria (di proprietà della famiglia) di Catanzaro, dove avrebbe atteso l’arrivo di mamma e papà. Se valessero le teorie lombrosiane il colpevole perfetto. Vicini e familiari lo descrivono come poco incline ai rapporti interpersonali, spesso impegnato a recitare preghiere, con la Bibbia e il rosario in mano. Al punto che cinque anni fa preda di una vera e propria crisi mistica aveva deciso di farsi prete. Una scelta, tuttavia, mai portata in fondo, anzi rinnegata al punto da trasformare negli ultimi tempi Pasquale in una sorta di anticlericale.
Sembra di assistere a un «Carretta bis», per chi ricorda il delitto di Parma. Stavolta con lo Jonio a far da sfondo. E i soliti dissidi economici, almeno così racconta un familiare. Luigi De Marco e la moglie, sino a otto anni fa, avevano un emporio di moda nel quartiere Santa Maria di Catanzaro. recentemente si erano trasferiti a Roma per stare vicino alla figlia, sposata recentemente, e a un altro figlio. Per questo volevano vendere alcuni terreni e appartamenti.

Qualcosa nella spartizione avrebbe, però, avvelenato gli animi. «Pasquale - spiega un cugino - era un po’ strano e girava il mondo. Adesso non lavorava, ma poteva dirsi un piccolo genio del settore informatico».
Un genio che infilzava con gli spilli le immagini sacre.

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