Maroni: 200 soldati in Sicilia. E oggi arriva Berlusconi

Pronti i militari per presidiare le strutture d’accoglienza. Scontro tra il ministro dell’Interno e Bruxelles. E il premier chiede un Consiglio europeo straordinario. Frattini a Tunisi trova l'accordo: cooperazione, ma niente polizia italiana sul posto

Roma Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni ed il premier, Silvio Berlusconi, voleranno oggi in Sicilia, nel catanese, per visionare le strutture che dovranno accogliere i rifugiati nordafricani ammassati da giorni a Lampedusa. Mentre si fanno sempre più aspri i toni dello scontro fra il governo italiano e Bruxelles, accusata da Maroni di aver lasciata sola l’Italia di fronte ad una crisi internazionale, il Viminale mette a punto la strategia per fronteggiare quello che ha definito un vero e proprio esodo biblico dal Maghreb. Strategia che prevede anche l’invio di almeno 200 militari per il controllo delle strutture che accoglieranno gli immigrati.
Berlusconi ha telefonato al presidente Herman Van Rompuy chiededogli di convocare in tempi brevi il Consiglio europeo dei Capi di Stato. «É un’emergenza che riguarda l’Europa», ha detto il premier e Van Rompuy si è detto d’accordo. E intanto il ministro degli esteri Frattini ha incontrato il primo ministro Mohammed Ghannouchi. Frattini ha concordato che non ci saranno poliziotti italiani a presidiare i porti tunisini, ma l’Italia invierà «equipaggiamenti, che sono ben accetti da Tunisi, per le forze di polizia locali che saranno usati da personale tunisino».
Una giornata caldissima quella di ieri scandita da uno scambio, indiretto, di battute tutt’altro che diplomatiche tra Maroni e il commissario Ue agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom. Durissimo Maroni. «Siamo di fronte ad un nuovo ’89, è come il crollo del muro di Berlino- attacca il ministro- Chiediamo da tempo che l’Europa si faccia carico di una situazione esplosiva che stiamo fronteggiando da soli perchè non abbiamo ancora avuto risposte».
Accuse di fronte alle quali la Malmstrom cade dalle nuvole, ribattendo che l’aiuto era stato offerto ma sarebbe stato rifiutato dal governo italiano e anche con malagrazia. Da sottolineare che l’aiuto offerto da Bruxelles consiste nell’attivazione di Frontex, l’Agenzia per la gestione delle frontiere esterne Ue che ha sede a Varsavia e solitamente la velocità di reazione di un bradipo, perché prima di agire deve passare attraverso complicate procedure burocratiche. Comunque, visto che Bruxelles ha offerto la propria disponibilità alla collaborazione e oggi si discuterà la questione nella seduta plenaria dell’Europarlamento, il ministro Maroni ha messo nero su bianco una serie di richieste inviate per lettera alla Commissione europea: 100 milioni di euro per l’emergenza; un nuovo ruolo più operativo per Frontex; un sistema unico di asilo entro il 2012. Maroni poi smorza i toni e specifica che le sue accuse non sono mai state dirette alla persona della Malmstrom «l’unica che si sia data da fare». La critica del Viminale è rivolta «all’istituzione Ue nel suo insieme perchè fino ad ora non ha detto una parola forte». Insomma, prosegue Maroni, la crisi del nordafrica ha aperto uno scenario di crisi dalle proporzioni ancora non valutabili.

«Siamo di fronte ad un grande fenomeno sociale dalle conseguenze imprevedibili di fronte al quale l’Europa deve far sentire la sua voce -insiste Maroni- La questione non può essere risolta con i respingimenti. E non soltanto perchè non esiste un accordo di collaborazione con il paese d’origine, la Tunisia. Non c’entra il racket è un fenomeno diverso. E resta alto il rischio di infiltrazioni criminali e terroristiche».

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