Mascalzone ancora sconfitto ammaina le vele e fa le valigie

In semifinale Bmw Oracle, New Zealand, Luna Rossa e Desafio Victory Challenge spera in un suicidio spagnolo. Vascotto, skipper della barca napoletana, legge il futuro: «Vincerà di nuovo Alinghi»

Mascalzone ancora sconfitto ammaina le vele e fa le valigie

da Valencia

In poche ore il panorama sul campo di regata della Louis Vuitton Cup è profondamente cambiato. Dalle speranze sempre accese per almeno sei sfidanti al groppo in gola delle valigie da fare, delle case da lasciare. Della bella avventura finita. Adesso i contratti scadono, si pensa al futuro, alla sindrome del reduce. Molti lo sapevano anche prima, molti sapevano che oltre il decimo giorno di maggio non sarebbero andati eppure non ci volevano credere. Ma adesso solo quattro team, quelli che andranno in semifinale, hanno ancora il sorriso stampato. Sono Bmw Oracle, Emirates Team New Zealand, Luna Rossa e Desafio. Victory Challenge continua a vivere nella speranza di una impossibile catastrofe del team spagnolo.
Ieri il programma di regate offriva incontri del tutto prevedibili: Emirates Team New Zealand contro China Team per i kiwi è stato una passeggiata, con le vele vecchie. Desafio contro Internet Germany ha vissuto appena qualche sussulto, ma il pozzetto spagnolo, che già ieri aveva castigato Mascalzone è davvero in forma. Victory Challenge era contro Areva, i francesi dopo aver fatto soffrire un po' tutti adesso non sono neanche l'ombra di quei cattivoni che sembravano. Dal barone Bich in poi i francesi non sembrano proprio tagliati per il gioco della Coppa America. Bmw Oracle incontrava +39 che ha cercato di impensierire gli americani almeno in partenza «pensavamo volessero affondarci quando ci hanno puntato con la prua» dice il tattico Gavin Brady. Ma dopo quell'incontro ravvicinato Dickson ha messo l'overdrive verso la boa di bolina. Luna Rossa godeva del giorno di riposo: alle undici e poco più James Spithill è salito in bici verso la spiaggia.
L'incontro del giorno era quello tra Mascalzone Latino Capitalia e Shosholoza. Il team leader degli africani, il comandante Salvatore Sarno da Nocera Inferiore è salito sul gommone dicendo «questo è il vero derby, siamo tutti napoletani...». Vincenzo Onorato ha però preferito soffrire alla base, inchiodato davanti alla televisione. Ma non c'è stata riscossa per Mascalzone Latino, in evidente crisi. Jes Gram Hansen ha cercato di impegnare Paolo Cian nella partenza: una titubanza di troppo nel rispondere alla manovra di Cian che lo spingeva da poppa gli è costata la penalità. Gli arbitri sono stati un po' duri, così Mascalzone ha dovuto navigare con l'ansia di conquistare il vantaggio per eseguire la penalità. «Abbiamo scelto di lasciarli in testa e di non metterci in condizione di subire a nostra volta una penalità» ha detto il tattico della barca sud africana Tommaso Chieffi. Le due barche si sono avvicinate e allontanate come i mantici di una fisarmonica fino a quando «una scotta del gennaker si è impigliata sotto il bompresso - racconta Chieffi - e il distacco è aumentato. Ho sofferto molto: li guardavo e pensavo non ce la facciamo. Mascalzone aveva lo spazio, forse, per la penalità». In effetti Mascalzone si è buttato sulla boa di arrivo per eseguire la giravolta, ma lo ha fatto con lentezza. La prua di Shosholoza si è infilata sul traguardo qualche secondo prima.
Per Shosholoza «un posto tra il quarto e il settimo era l’obiettivo» dice Chieffi. Per Mascalzone decisamente no. La velocità dimostrata nelle regate di flotta e l’aver battuto Team New Zealand aveva creato una aspettativa ben diversa. Vasco Vascotto lo skipper e tattico della barca italiana dice: «Abbiamo fatto una buona Louis Vuitton, abbiamo imparato tantissimo, abbiamo perso tante regate veramente di poco, la prossima volta cercheremo di vincerle di poco. Adesso sarebbe un peccato buttare via tutto quello che è stato fatto. Siamo il team con più tifosi in Italia e dobbiamo conservare questa forza... Per me era la prima volta, come per l'80% del team. Purtroppo l'esperienza non la compri dal fruttivendolo. Abbiamo ancora tre regate da fare e impareremo anche da quelle».

Tenta poi un pronostico: «Il team che preferisco, il più bello è completo è Emirates Team New Zealand. Faccio un applauso a Torben Grael e James Spithill perché con la barca che hanno sono quelli che hanno navigato meglio. Purtroppo Alinghi ha ancora tutto in regola per vincere di nuovo».

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