Mastella agli alleati: «Ora il vero precario è questo governo»

Il leader Udeur attacca i partiti che hanno sfilato con i Cobas: «C’è un problema oggettivo, senza chiarimenti si rischia di tornare a fare l’opposizione per dieci anni»

Anna Maria Greco

da Roma

«Questa manifestazione di precari rende precario il governo Prodi». Clemente Mastella non fa sconti e critica duramente soprattutto i sei, tra sottosegretari e viceministri, che erano sabato alla marcia dei Cobas.
«Ha partecipato - dice il leader dell’Udeur e ministro della Giustizia - la serie B del governo e fortunatamente non la serie A, ma comunque ha giocato in un campionato contro il governo».
Il ministro Prc per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero, pur non essendo in piazza, ha condiviso le ragioni dei manifestanti e ha criticato il collega al Lavoro, Cesare Damiano.
«Però è stato corretto. In altre circostanze sarebbe stato tra i Cobas, ma stavolta non ha partecipato alla marcia. Gli altri, invece, no. E così hanno creato un problema oggettivo nella maggioranza. È finita da un pezzo l’idea berlingueriana del partito di lotta e di governo. Se la sinistra si espone più con criteri di lotta che di governo, finirà all’opposizione per altri 10 anni».
È soprattutto la sinistra radicale a far sentire con la grancassa le sue ragioni nell’Unione. E i riformisti dove sono?
«Appunto, dove sono? Credo che il centro debba fare il suo mestiere. Quando siamo entrati nella coalizione sapevamo che c’era la sinistra e ci aspettavamo certe cose, ma sapevamo anche che c’era l’area moderata e in quella ci siamo riconosciuti. Però, adesso non si fa affatto sentire».
Dice che il centro dell’Unione è latitante?
«Certamente sì. La Margherita, in particolare, dovrebbe dare segni di vitalità. I Ds sono in difficoltà, perché una loro componente ha partecipato alla manifestazione dei precari, ma i Dielle dovrebbero mettere da parte l’idea che se si muovono loro salta tutto per aria. Non è questa l’idea della responsabilità e non bisogna rimanere attaccati alle poltrone».
L’Udeur, invece, si è comportata diversamente?
«Io ho chiamato il ministro Damiano per esprimergli la mia solidarietà e sono stato uno dei pochi del governo, come lui stesso mi ha detto. Il mio partito ha manifestato pubblicamente il suo disagio e il suo malessere, perché una cosa è condividere le preoccupazioni dei precari e una cosa è diventare parte attiva in una manifestazione che è contro il governo, essendone parte».
Prodi nega che lo spirito sia stato questo, ma lei la pensa diversamente.
«Era una contestazione chiara. I rappresentati del governo potevano incontrare i manifestanti per ascoltarne le ragioni, ma è diverso sfilare in testa al corteo come hanno fatto. Chi è in parlamento e al governo deve lavorare da lì, semmai, per cambiare le cose, non scendere in piazza. Quello che è successo depone male per la maggioranza».
Damiano dice che non vuol fare il parafulmine del governo, anche lei sull’indulto si trova in una posizione analoga, con molti della sua coalizione che criticano il provvedimento.
«Facciamo l’opposizione a noi stessi, come si diceva ai tempi della Dc. Ma allora non c’era alternativa, adesso sì. Io dovrei stare tutto il tempo a replicare agli attacchi di Di Pietro o di altri, ma non ho l’intenzione di farlo. Anche perché l’indulto disconosciuto da tutti l’ha voluto l’80 per cento del parlamento».
E che cosa propone, a questo punto?
«Vediamo come vanno le elezioni in Molise, che daranno un segnale, anche se tutti noi abbiamo detto di no. Ma dopo aver valutato i risultati, dovremo ragionare sugli equilibri della coalizione».
Alla manifestazione c’era anche il sottosegretario al Lavoro Rosa Rinaldi del Prc che, come ha sottolineato Sergio Cofferati, nei prossimi giorni dovrà tornare a lavorare fianco a fianco con Damiano.
«Non so come farà. Se un mio sottosegretario partecipasse ricorrentemente a iniziative che contestano la mia linea e quella del governo, lo prenderei come un atto di sfiducia. Direi: se proprio deve stare al governo, almeno vada in un altro dicastero».
Calderoli chiede le dimissioni dei rappresentanti del governo che erano nel corteo. Condivide?
«Lui mi sembra il meno indicato per fare questa proposta: ricordo suoi comportamenti quando era al governo, cui non sono seguite le dimissioni chieste da molti».
Però, lei la pensa come la Cdl quando dice che Prodi adesso è più precario di prima.
«Ma anche il centrodestra non è in forma smagliante.

Il precariato contagia una parte come l’altra. Se Sparta piange Atene non ride, si dice».
Insomma, si andrà avanti così, anche se male?
«Non vedo grandi afflati di cose diverse. Ma un chiarimento nel centrosinistra è necessario».

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