Maurizio Calvesi sarà il primo italiano a ricevere il prestigioso Premio Balzan per la Storia dellarte, che gli sarà consegnato oggi pomeriggio dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso di una cerimonia allAccademia dei Lincei. La scelta della «Fondazione internazionale Premio Balzan» di premiare uno dei più autorevoli storici dellarte moderna per le sue Arti figurative dal 1700, è stata spiegata con «lo straordinario lavoro svolto nel campo della storia dellarte visiva moderna e contemporanea, che ha contribuito sia a una migliore comprensione della natura e dello sviluppo del modernismo, sia allo studio dellorigine delle nuove tendenze». Calvesi, grande studioso conosciuto in tutto il mondo, è stato allievo di Giacomo Balla e di Giulio Carlo Argan. Imprescindibile il suo contributo agli studi sulla Storia dellarte del XX secolo. Autore della Storia dellarte Contemporanea, del 1985, e anche di Le due avanguardie. Dal Futurismo alla Pop Art, del 1966, lo studioso romano ha dato un enorme contributo anche allarte rinascimentale. Basta ricordare gli studi che lo hanno portato allattribuzione della Hypnerotomachia Poliphili al signore di Palestrina Francesco Colonna, scuotendo lintero mondo accademico. Calvesi insegna Storia dellarte moderna alla Sapienza, è stato sovrintendente della Galleria di Bologna e dellEmilia e ha lavorato alla Galleria darte moderna e contemporanea di Roma. In sessantanni di attività ha realizzato oltre duemila scritti, tra libri, saggi scientifici, presentazioni di mostre di artisti e articoli giornalistici. Fin dallinfanzia frequenta lo studio romano di Giacomo Balla, che si trova proprio sopra la sua abitazione. Sarà proprio Balla a parlargli, polemicamente, di F.T. Marinetti e del Futurismo. Calvesi entra così a far parte del gruppo «Aeropoeti SantElia». Alcune sue poesie adolescenziali si trovano presso il Centro di documentazione futurista delluniversità di Yale.
Dopo la laurea, ottenuta con lode alla facoltà di Lettere e filosofia e con una tesi su Simone Peterzano, frequenta G.C. Argan, suo secondo maestro. Poi va a Bologna, dove stringe amicizia con Francesco Arcangeli e approfondisce lo studio delle opere di Eugenio Garin, con il quale intrattiene rapporti epistolari. Negli studi dellarte esordisce con larticolo «Contribution de Gian Paolo Lomazzo à la critique des Fiamminghi in «Les Arts plastiques».
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