da Milano
Laccusa è di essersi messi daccordo per far pagare di più il carburante degli aerei: lAntitrust ha così inflitto una multa da 315,4 milioni di euro a 6 compagnie petrolifere, finite nel mirino del Garante per «unintesa restrittiva della concorrenza» nei rifornimenti di «jet-fuel». Nella classifica delle multe più alte è la seconda mai decisa dallAntitrust.
Sul banco degli imputati per cartello sono finiti Eni, Esso, Q8, Shell, Shell Italia Aviazione, Tamoil e Total. In particolare - dice la nota dellAutorità - la multa da 315,4 milioni complessivi prevede 117 milioni allEni, 66,69 milioni alla Esso, 46,8 alla Kuwait, 53,32 alla Shell, 3,14 alla Shell Italia Aviazione, 19,62 alla Tamoil e 8,86 alla Total. Per lAntitrust «lintesa ha avuto per oggetto ed effetto la ripartizione del mercato e limpedimento allaccesso di nuovi operatori, compresi i vettori aerei intenzionati a intraprendere lautofornitura».
In particolare le società petrolifere «hanno realizzato un intenso e continuato scambio di informazioni anche mediante imprese comuni che svolgono attività di stoccaggio e messa a bordo del carburante». Le società si sono inoltre «coordinate nelle rispettive strategie di gara per laggiudicazione dei rifornimenti e hanno adottato reciproci comportamenti punitivi a fronte di tentativi di cambiare lassetto del mercato: il risultato è stato un peggioramento delle condizioni economiche praticate alle compagnie aeree».
In base alla delibera dellAutorità le imprese dovranno consentire «a terzi laccesso al mercato del jet fuel. Dovranno inoltre definire iniziative in grado di eliminare la compresenza di più società petrolifere nel capitale sociale delle imprese comuni». Iniziative che «dovranno essere perfezionate entro il 30 giugno 2008».
La multa è la seconda più alta comminata nella storia dellAntitrust. Quella più salata resta - ma di poco - quella comminata, nel luglio del 2000, alle compagnie di assicurazioni che, accusate di aver fatto cartello nella fissazione delle polizze Rc auto, si videro recapitare un conto di 700 miliardi di lire, pari a oltre 360 milioni di euro. Di poco meno «salata» - ma inferiore anche a quella comminata ieri ai petrolieri - quella recapitata allEni (290 milioni) nel febbraio scorso per abuso di posizione dominante nella gestione del gasdotto con lAlgeria. E, ancora scorrendo la classifica, ci fu unaltra multa ai petrolieri accusati di aver fatto cartello nella fissazione dei prezzi dei carburanti alla pompa: si trattava di 482 miliardi di lire (quasi 250 milioni di euro) che però furono poi annullati dal Consiglio di Stato.
Scorrendo la lista delle sanzioni pecuniarie nella classifica delle maxi-multe cè poi quella per Telecom Italia per abuso di posizione dominante sui mercati di tlc su utenza fissa per i clienti daffari: 152 milioni la sanzione comminata nel 2004, poi ridotta nei mesi scorsi dal Consiglio di Stato a 115 milioni.
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