McCain grande, ma solo per mezz’ora

Nel terzo dibattito il candidato repubblicano mette a segno qualhe punto, ma Obama schiva il colpo del ko. E ora le sue chances presidenziali aumentano

McCain grande, ma solo per mezz’ora

Finalmente un McCain all’altezza della situazione, ma solo per mezz’ora. Nel terzo e ultimo dibattito televisivo doveva aggredire Obama senza scomporsi, doveva proiettare un’immagine finalmente presidenziale e dunque posata evidenziando le differenze ideologiche, programmatiche, attitudinali rispetto al suo avversario. E’ riuscito a piazzare la miglior battuta della serata, quando ha replicato all’ennesimo tentativo del senatore dell’Illinois di paragonarlo al presidente uscente. «Non sono il presidente Bush: senatore Obama, se volevi candidarti contro Bush dovevi farlo quattro anni fa». Ha piazzato un colpo da maestro evocando la figura di “Joe l’idraulico” come simbolo dell’americano medio, che peraltro non è di fantasia: Joe Wurzelbacher è l’uomo che lo scorso fine settimana ha messo in dubbio la credibilità di Obama davanti alle telecamere a margine di un comizio in Ohio.

Ma nella seconda metà del dibattito McCain ha fatto riemergere il lato peggiore del proprio carattere, impulsivo, collerico e gli attacchi si sono fatti scomposti, petulanti. Proprio quel che sperava Obama, a cui è bastato ancora una volta giocare sulla difensiva per non perdere il dibattito. Non ha sferrato il colpo del Ko, ma perlomeno ha evitato quello dell’avversario e si è mostrato calmo, rassicurante, tutto sommato coerente. I sondaggi a caldo della Cnn e della Cbs lo danno addirittura vincente. La mia impressione è che il candidato democratico abbia conquistato le simpatie delle elettrici moderate, che non amano attaccano personali e prediligono la moderazione, mentre ritengo che quello repubblicano sia piaciuto di più agli elettori della classe media e over 50.

A questo punto le chances di Obama di vincere alle elezioni sono sempre più concrete, ma la sua elezioni non è ancora certa. Il fattore razziale continua ad essere una variabile imponderabile che, nel segreto dell’urna, gli costerà molte migliaia di voti.

E McCain ha finalmente capito quali sono i toni giusti per conquistare le simpatie degli americani. Mancano 19 giorni al novembre: se imposta il rush finale sulla falsariga delle prima mezz’ora del dibattito di ieri può ancora sperare nel miracolo.

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