Cologno MonzeseIl peggio è passato, Mediaset guarda con serenità al 2009 che già dal secondo trimestre promette la ripresa del mercato pubblicitario. Questo il messaggio che i vertici del gruppo, allunanimità, hanno trasmesso alla comunità finanziaria presentando il bilancio appena chiuso: e il mercato ha dimostrato di crederci, premiando il titolo del Biscione con un guadagno del 3,31%, a 3,35 euro, con volumi più che doppi rispetto alla media.
Unica la linea, declinata però con diverse sfumature: a cominciare dalla valutazione storico-politica, affidata al presidente Fedele Confalonieri. «Il governo cè. Sicuramente non può accontentare tutti. Ma cè e fa», ha esordito aprendo i lavori, riaffermando poi, da imprenditore, la fiducia nel sistema Italia, e criticando, anche e soprattutto da editore, il «catastrofismo moltiplicatore di crisi».
Una fiducia che riposa sui conti, nonostante tutto brillanti - «inscí avéghen» («così averne»), ha scherzato, ma non troppo, in dialetto meneghino a proposito della cedola da 0,38 centesimi - che fanno di Mediaset unazienda che «non ha paura del futuro». Infine, il presidente traccia la road map, in tre punti: non smettere di investire nel core business, ossia la tv generalista, continuare a investire in asset strategici per il futuro (vedi la pay tv «Premium» che tante soddisfazioni sta dando al gruppo) e mantenere una solida struttura finanziaria.
Sfide e confronti sono il tema scelto dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, a cominciare da quella della crescita zero dei costi per il 2009, senza però indebolire i palinsesti né tantomeno tagliare stipendi. Nessuna rincorsa a Sky, che pure sta investendo sulla tv generalista con star di richiamo: «Non alzeremo i costi dei contratti e non cambieremo la nostra strategia», dice il vicepresidente, sottolineando invece la crescita della pay tv «Premium» a ritmi «che sorprendono noi stessi»: a metà marzo le tessere sono arrivate a quota 3,2 milioni, da 2,9 di fine 2008. E a vecchi e nuovi clienti il digitale terrestre offrirà in esclusiva il motomondiale e la Coppa Uefa, che si chiamerà «Europe League». I crescenti ricavi di Mediaset Premium, però, non mettono in ombra quelli pubblicitari, tanto più che «anche nella fase più difficile abbiamo fatto meglio del mercato, nonché della Rai», ha ricordato lad Giuliano Adreani. Il mercato nel suo complesso, secondo i dati Nielsen citati dallo stesso Adreani, a gennaio ha perso il 22,5%, Mediaset solo il 12%, mentre la Rai ha perso il 25,7% e il 32,1% i quotidiani.
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