Memoir, distopie, storia. Nel 2016 leggeremo così

Chef e chirurghi arrabbiati, la (prevedibile) fine del mondo e della Seconda Unione Sovietica. Ecco i bestseller in arrivo

Memoir, distopie, storia. Nel 2016 leggeremo così

Uno chef controcorrente, che narra il lato oscuro del proprio mestiere in modo anche più brutale di quello di Anthony Bourdain in Kitchen Confidential. Alcune tra le carte migliori gli editori italiani se le giocano a gennaio, nonostante molti lettori abbiano ancora sul comodino i libri ricevuti in regalo a Natale. Lo chef di cui sopra ad esempio è Leonardo Lucarelli, del quale Garzanti manda in libreria il 21 gennaio Carne trita. Qui i piani di lavoro rimangono sporchi anche per ore, non ci sono scuole stellate né telecamere alle spalle di chi lavora e soprattutto volano i coltelli, e non per farne acrobazie. Lucarelli ha cominciato come lavapiatti, per mantenersi agli studi, e nelle cucine di Trastevere si sentiva uno schiavo, tra immigrati in nero, stagisti sfruttati, mozzi cocainomani e qualche genio incompreso. Una storia che potrebbe, oltre a far discutere, riportare con i grembiuli per terra l'esercito di chefstar che infesta l'Occidente. Anche Ponte alle Grazie promette un caso di inizio anno, per il 21 gennaio. Quello di Primo non nuocere di Henry Marsh, che ha avuto l'endorsement di Ian McEwan e viene annunciato come il romanzo autobiografico che sta alla neurochirurgia come Open di Agassi è stato al tennis: un memoir che nel Regno Unito, dove Marsh è un gran nome della chirurgia, ha spopolato; negli Usa lo ha acclamato il New Yorker; lo stile è a metà tra Oliver Sacks e le battute ad effetto alla Doctor House; le storie vere che narra sono strepitose.Il 25 febbraio, Neri Pozza propone uno dei casi editoriali annunciati del 2016: 2084. La fine del mondo, il romanzo distopico che Michel Houellebecq ha già definito «molto più feroce» del suo Sottomissione. L'autore, l'algerino Boualem Sansal, attivista antifondamentalista, tradotto in 18 Paesi, nominato al Nobel 2014, immagina, ispirandosi a 1984 di Orwell, una teocrazia totalitaria: si estende sul mondo la grande potenza dell'Abistan, dove arte e letteratura sono vietate e si deve obbedienza assoluta a Yolah, pena frustate e lapidazioni.E se guardiamo più in là nell'anno, altre belle storie non mancano. C'è quella di The Girls di Emma Cline, ad esempio, che deve ancora uscire ovunque - Random House la prevede per il 14 giugno, da noi uscirà entro l'anno per Stile Libero di Einaudi, che festeggia così i suoi vent'anni ma di cui si è già parlato in abbondanza, perché acquistato per 5 milioni di dollari da un'esordiente davvero atipica, venduto in 35 Paesi e con i diritti cinematografici già nelle mani di Scott Rudin. Già attrice tv e reporter freelance a 16 anni, la Cline a 24 anni era una delle poche millennial senza Twitter, blog e sito internet e però con propri racconti all'attivo sulla Paris Review, da cui si è presa il Plimpton Prize nel 2014. La storia, ambientata nell'estate del 1969, è quelle delle ragazze della comune di Charles Manson, in particolare della 14enne Evie, travolta senza difese da violenze inaspettate. Nella seconda metà dell'anno arriva Boussole di Mathias Enard, l'autore di Zona, vincitore dell'ultimo Goncourt. Se l'è aggiudicato e/o e ha come protagonista Franz Ritter, un musicologo austriaco che ripercorre la sua vita e le tappe in Oriente alla ricerca di se stesso, ma anche di un dialogo tra due civiltà tanto diverse.Sempre nel flusso dei premi prestigiosi, a fine agosto uscirà per Frassinelli The Book of Night Women, romanzo del 2009 di Marlon James, il giamaicano che ha appena vinto il Man Booker Prize con Breve storia di sette omicidi (sempre Frassinelli). Narra l'ingresso dell'orfana Lilith, schiava nel '700 in una piantagione in Giamaica, in un gruppo di donne che stanno preparando una rivolta. La cifra è molto violenta, non vengono risparmiati i dettagli di torture, brutalità e vendette, la critica Usa lo ha letteralmente adorato. E a luglio il Prix Médicis Antoine Volodine, fra gli scrittori europei più complessi e inafferrabili (anche per via dei tanti pseudonimi che usa: Lutz Bassman, Elli Kronauer, Manuela Draeger) sarà in libreria per 66thand2nd con Terminus Radieux. Anche questo è un romanzo all'apparenza distopico, in cui è crollata un'ipotetica «Seconda Unione Sovietica», ma zombie, soldati fantasma e principesse oscure si affannano ancora a inseguire il sogno, in un kolchoz affondato sottoterra dall'atomica.Tra le rivelazioni attese, Carrie Snyder, in uscita a marzo per Sonzogno con La ragazza che correva. Canadese, considerata l'erede della Munro, libro dell'anno di Amazon, rivelazione a Francoforte nel 2014, la Snyder fa ripercorrere a un'atleta ultracentenaria, Aganetha, medaglia d'oro olimpica, le tappe del suo successo umano e sportivo, ovvero il mai troppo rimpianto Novecento. A febbraio Mondadori punta sull'esordio di Garth Risk Hallberg, Città in fiamme, amatissimo persino dalla temibile critichessa del Nyt Michiko Kakutani: siamo a New York, nel 1977, con il Bronx in fiamme, il punk incipiente e l'Aids alle porte e seguiamo le esistenze di ricchi, poveri, adolescenti, un detective e un reporter fino al black out del 13 luglio. E a settembre arriverà per Bompiani quello che Obama considera «libro dell'anno»: Fati e furie di Lauren Groff, finalista al National Book Award 2015. È la storia di un matrimonio, quello tra Lotto e Mathilde, che dopo un inizio prematuro e splendido si trasforma, come suggerisce il titolo, in una tragedia che ha toni ed eventi da Grecia antica. Infine l'estate sarà, come sempre, la stagione dei best thriller: Marsilio lancia a giugno il nuovo fenomeno nordico del giallo al femminile dopo Camilla Läckberg.

Si chiama Viveca Sten e ha partorito, con Nel nome di mio padre, una coppia di investigatori, l'ispettore Thomas Andreasson e l'avvocato Nora Linde, che hanno già conquistato le classifiche - in Francia, Germania e Scandinavia, con tre milioni di copie vendute - e gli schermi, con una serie tv da trenta milioni di spettatori.

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