«Mi fa paura l’odio contro mio padre Silvio»

Milano «No, un’eventuale crisi di governo non mi preoccupa. Mediaset è un’importante realtà industriale, un’azienda leader in Italia e in Spagna e tra i primi broadcaster in Europa. Sono più preoccupato per l’ostilità maturata in questi 17 anni di impegno di mio padre in politica. Temo che possa essere strumentalizzata anche nei confronti di Mediaset». Chissà se l’altra notte, conversando con i giornalisti a Cologno Monzese per la presentazione dei palinsesti autunnali, Piersilvio Berlusconi avesse già qualche presentimento.
Puntuali come la Procura di Milano, anzi, forse in perfetto spirito emulativo, ieri i Pm di Roma hanno depositato gli atti dell’inchiesta per la compravendita dei diritti tv di Mediatrade, annunciando che sono indagati il premier Silvio Berlusconi, lo stesso Piersilvio e altre dieci tra dirigenti e amministratori di Rti e Mediatrade. Sembra un bombardamento intelligente. La Procura romana contesta agli indagati i reati di evasione fiscale e violazione delle norme tributarie per una frode fiscale ipotizzata in dieci milioni di euro. La vicenda risale al biennio 2004-2005 quando, sempre secondo l’accusa, i prezzi dei diritti acquistati da alcune major americane sarebbero stati gonfiati allo scopo di scaricare cifre superiori a quelle effettivamente sborsate. L’indagine romana è uno stralcio della più ampia vicenda al vaglio della magistratura milanese ed è finita nella capitale per competenza territoriale. All’epoca delle presunte irregolarità, infatti, la sede di Rti era a Roma. Ora, se non trascorreranno i termini della prescrizione, per il premier, suo figlio e le altre persone coinvolte si profila il rinvio a giudizio.
Si apre così un altro fronte della estenuante guerra tra la magistratura e il gruppo che fa capo al premier. Parlare di sindrome di accerchiamento forse è troppo. Ma i timori di ripercussioni sull’azienda ci sono eccome. Secondo Piersilvio, a penalizzare il titolo in Borsa non sono tanto «questioni di business», quanto il legame dell’azienda con il capo del governo e il fatto che l’Italia «non è così ben vista dagli investitori». Il figlio del premier si fa forte delle cifre: quest’anno Mediaset investirà 1,5 miliardi di euro nelle produzioni italiane, la pay tv incrementerà i ricavi del 20 per cento. «Rappresentiamo un indotto enorme per la nostra economia», dice Piersilvio. Eppure, sembra non esserci rispetto adeguato. Sembra mancare la consapevolezza che Mediaset è un patrimonio per tutta l’economia italiana. «Mi fa un po’ paura - osserva ancora Berlusconi jr - l’atmosfera che a volte trasforma l’astio nei confronti di mio padre in un atteggiamento generale verso l’azienda». Il vicepresidente Mediaset pensava anche all’imminente sentenza d’appello nel processo civile per il lodo Mondadori. C’è in ballo un risarcimento di 750 milioni di euro dovuto dalla Fininvest alla Cir di De Benedetti che, assicura Piersilvio, «non inciderà sulle strategie di Mediaset».

Ma per ora, nonostante il 2010 di Fininvest si sia chiuso con un utile netto di 160 milioni, non è stato distribuito alcun dividendo: «Vorrei ben vedere - ha detto Piesilvio che è anche consigliere Fininvest - con la mazzata che ci arriverà addosso...».

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