Mia figlia 48ª? L’importante è che non si sia fatta male

L’intervista più intima e difficile della mia vita l’ho fatta tramite Skype, davanti al computer, parlando con mia figlia di questo suo debutto in coppa del mondo. Per me un susseguirsi di emozioni, cominciate con l’annuncio della convocazione e culminate in una scritta, «Brignone Federica started», apparsa sul sito della federazione, su cui si può seguire in diretta l’andamento delle gare di coppa del mondo. I numeri poi sono stati abbastanza impietosi, dopo 30" di gara il suo distacco dalla Karbon era di un secondo e quaranta («Ho messo giù il sedere nella prima diagonale!»), alla fine Fede si è beccata 3"15 per un 48° tempo finale che l’ha esclusa dalla seconda manche. Avrei potuto andare a Lienz, vederla sciare dal vivo, ma ho preferito starmene a casa, lasciandola sola a gestire l’impatto con l’improvvisa e inattesa popolarità, senz’altro sproporzionata rispetto ai risultati fatti finora. Quanti atleti hanno esordito in coppa senza che nessuno sprecasse una riga per loro? Quasi tutti, credo, ma per Federica è diverso, perché è figlia mia, figlia d’arte come si dice, e allora fa notizia. Lei non ha patito l’emozione, non è il tipo, abbiamo patito molto più noi da casa, io, mio marito, Davide suo fratello, i nonni, gli zii, le amiche, gli ex allenatori... Ora che tutto è finito sto meglio, il risultato poteva essere migliore, certo, ma non bisogna avere fretta, non nello sci di oggi, così rischioso. Fede è arrivata, non si è fatta male, confesso che questa è la mia prima preoccupazione ogni volta che la so in pista.

Volete sapere la frase più bella registrata nell’intervista intima? «La Karbon nelle sue prime due gare di coppa del mondo era arrivata 45ª e 53ª, me lo ha detto per consolarmi». Grande Denise, sei proprio la migliore!

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