La scure dellAntitrust europea colpisce Google, il re dei motori di ricerca e della pubblicità in rete. Ieri lUe ha avviato una indagine a carico dellazienda di Mountain View per abuso di posizione dominante sulle ricerche Internet. E indovinate chi ha fatto scattare la procedura? La Microsoft di Bill Gates, ossia lazienda che ha rappresentato per anni il campione di pratiche anticoncorrenziali sul fronte del software e che alla fine è stata sanzionata dallAntitrust Ue, con una salatissima multa da 1,6 miliardi di dollari. E quindi la storia si ripete.
Se nellormai lontano 1998 fu Sun Microsystem (a cui comunque le cose non sono andate bene tanto che è stata acquisita da Oracle) a far scattare la procedura, lanno scorso fu Microsoft (tramite il suo portale Ciao), insieme a Foundem (sito di comparazione prezzi) ed ejustice.fr (motore di ricerca francese), presentando unaccusa formale presso le autorità europee e statunitensi. Microsoft ha asserito che i risultati del suo motore di ricerca sono stati modificati ad arte in modo da penalizzare la concorrenza.
Secondo la società fondata da Gates, lazienda californiana avrebbe fatto sparire le pagine interne dei siti concorrenti dai risultati delle ricerche e imposto condizioni duso poco vantaggiose per Adsense, ossia la pubblicità online.
«Lavvio di questa procedura non implica che la Commissione sia in possesso di prove dellesistenza di una infrazione», ha chiarito lesecutivo comunitario, con un comunicato, «ma solo che la Commissione condurrà una indagine approfondita su questa vicenda, in maniera prioritaria». Lindagine punterà a verificare se nellelenco dei risultati delle ricerche tramite il suo portale, Google abbia abbassato le posizioni dei servizi delle società rivali rispetto ai servizi analoghi che fornisce essa stessa. Inoltre verrà verificato se il gigante di Internet abbia degradato «il giudizio di qualità» dei servizi rivali, un parametro che serve anche a stabilire il prezzo che bisogna pagare per effettuare inserzioni pubblicitarie su Google. Nel mirino anche presunte «clausole di esclusiva» che la società Internet avrebbe preteso a carico di alcuni inserzionisti pubblicitari.
Google ha immediatamente fatto sapere di essere pronta a collaborare. La società, però, sostiene che i risultati delle sue ricerche sono gestiti da meccanismi totalmente automatici.
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