Milan, allarme rosso: resuscita il Palermo e anche Pato va ko

Che rumore: è caduto il Milan. È successo a Palermo, ieri sera nella prima delle tre sfide senza Ibrahimovic. Chi parlò di vantaggio per Allegri e soci, per favore, cambi sport. Alla vigilia del derby, è caduto il Milan e il suo vantaggio sulla concorrenza nerazzurra stasera può diventare un sospiro, due punti appena. C’è il rischio di farsi sorpassare sabato 2 aprile, la sera del giudizio universale per lo scudetto. È caduto il Milan dopo quasi tre mesi di imbattibilità (precedente fermo al 23 dicembre con la Roma a San Siro) denunciando, in assenza di Ibrahimovic, grande difficoltà nell’aprirsi la strada verso il gol. Oltre a Ibra, nella serata disgraziata di Palermo, nuova città fatale per i rossoneri, Allegri perde anche Pato che pure offre nell’occasione un discutibile contributo alla causa. Ma con la caviglia gonfia, la capolista deve chiudere la sfida chiedendo a Cassano e a Robinho di allestire una qualche opposizione. Dai centrocampisti Gattuso (di testa) e Flamini (destro al volo) le possibilità di rimettere in parità il risultato, deciso da una incursione di Goian, ignorata dal grosso della difesa rimasta imbambolata nei primi dieci minuti.
Ibra serve, altro che se serve. È indispensabile come dimostrano i numeri e come conferma l’esito del viaggio a Palermo, punto più basso di una striscia scandita da stenti in attacco e difficoltà a fare gol (tra Juve, Tottenham, Bari e Palermo la miseria di 2 sigilli) che sono la conseguenza di un’altra involuzione. Fisica, innanzitutto. Poi psicologica. Chè la squadra al comando da 20 giornate comincia a farsi logorare dal battage pubblicitario della rimonta interista. I grandi vecchi accusano un evidente logorio, persino Van Bommel, frenato dal solito giallo di Tagliavento, non rappresenta più quella boa solida, di cemento armato. E poi Cassano, la risorsa giunta dal mercato di gennaio, non è ancora al meglio della condizione: non brilla, si accende e si spegne come un neon, e soprattutto non ha la mira dei giorni migliori.
Il Palermo affidato a Cosmi esce dal tunnel lungo 5 sconfitte e si rimette in corsa per un posto in Europa league. È abituato a far soffrire il Milan, gli capita puntualmente da oltre cinque anni e quella di ieri sera è l’occasione per dimenticare ritardi e complessi, anche per mettere da parte un mammasantissima come Miccoli lasciando a Pinilla, tra i migliori, il compito di fare da guastatore. Il Palermo si difende con le unghie e con i denti. Anche con un paio di prodezze da parte di Sirigu e con l’attenzione e la tensione giuste in circostanze del genere. Migliaccio, che non è del mestiere, alla fine si riconferma tra i più affidabili.

In contropiede, il Palermo spreca una, due, tre volte l’opportunità di inchiodare la capolista a una sconfitta più pesante, a un risultato più largo. Perciò soffre fino all’ultimo assalto nel quale Robinho combina più di molti suoi sodali partiti dal primo minuto. Tempi duri, anzi durissimi per il Milan. Che adesso comincia a tremare. E a vedere nero.

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