Milano: assalti ai vagoni per partire, in stazione è rissa

Il ghiaccio rompe le linee elettriche e il traffico va in tilt. Ritardi di ore e passeggeri allo sbando

Milano: assalti ai vagoni per partire, in stazione è rissa

Milano L’assalto alla carrozza dell’Eurocity diretto a Lecce parte alle 15.30 del pomeriggio. Con i passeggeri che spingono per salire sul vagone con 340 minuti di ritardo cercando di forzare le porte per aprirsi un varco e conquistare almeno un predellino dove appoggiare i pacchi delle feste. Mentre gli agenti della polizia intervengono per evitare che scoppi la rissa, dopo che l’attesa e il gelo di questa giornata d’inverno hanno ormai logorato la pazienza dei viaggiatori. Milano, stazione Centrale, mercoledì 23 dicembre. L’odissea di migliaia di anime dirette verso le proprie città e i propri affetti per festeggiare il Natale inizia alle prime ore del mattino. Alle 4.45 per la precisione, quando il ghiaccio blocca il nodo ferroviario milanese, rompendo le linee elettriche nelle tratte verso Bologna, con 800 persone intrappolate per sette ore nella notte a Lodi, e verso Genova dove la circolazione dei treni viene interrotta fino alle 8.50. Il traffico sui binari va completamente in tilt fino a sera e scatena le ire del governatore della Regione Lombardia. «È inaccettabile che il blocco della rete ferroviaria regionale sia stato deciso senza consultarci prima», tuona Roberto Formigoni.
In poco tempo la stazione si trasforma in un suk, con la gente stremata che si accascia sulle valigie, lo sguardo fisso ai tabelloni, il cellulare in mano pronti a comunicare ogni novità e la rabbia dipinta in volto. «Ma se avesse nevicato ancora, cosa avrebbero fatto? E meno male che dovremmo essere un Paese civile. Al Terzo mondo, ecco dove siamo. Al Terzo mondo. Non si lamentino poi se gli stranieri non vengono in Italia, fanno solo bene». Ci sono tutti, uomini, donne, anziani e bambini. Cani e gatti stipati nelle loro gabbiette. Sono qui ad aspettare sulle banchine che con il passare delle ore si trasformano in una cella frigorifera, mentre la Protezione civile tenta di alleviare il freddo distribuendo tè bollente e acqua. «Ci trattano come degli animali. Non ci sanno dire nulla, nemmeno se i treni arriveranno o no. Se io fossi il capo delle ferrovie, domani rassegnerei le dimissioni». Contano i minuti che li separano dalla loro partenza e sembra quasi di giocare al lotto: ce ne sono 250 di ritardo sul treno per Lecce, quelli diretti a Reggio Calabria segnano 210 e la media su tutte le tratte compresa l’Alta velocità è di 50/90 minuti. Mentre dai led luminosi spariscono altre destinazioni. Ci si mette pure il guasto al tabellone a rendere ancora più difficile questa antivigilia, l’unico modo per capire quando arrivano le carrozze è rimanere fuori al gelo e ascoltare la voce dell’altoparlante. Qui nella stazione Centrale appena ristrutturata non ci sono sale d’attesa. Il solo rifugio è quello per i soci dell’Alta Velocità che le Ferrovie hanno deciso di aprire a tutti.
«Comprendo l’insofferenza dei viaggiatori. Bisognerebbe riproporre le sale d’attesa in Centrale», sottolinea a fine giornata il ministro della Difesa Ignazio La Russa che risponde a chi se la prende con l’ad di Fs Mauro Moretti. «Sarebbe da provinciali prendersela con lui».

Fabrizio è diretto a Bari, si è alzato all’alba per salire sul primo treno con biglietto e prenotazione in tasca e i regali per la famiglia nella borsa. «Ci sono 500 minuti di ritardo. A questo punto, mi verrebbe voglia di restare qui. Ma è Natale e come si fa? I miei genitori mi aspettano».

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