Stava per fermarsi, come un mese fa a New York, poi ha smesso di ascoltare le gambe e ha deciso con la testa. Dalla metà in poi è stata una marcia trionfale quella di Giuliano Battocletti che, un po a sorpresa, ha acciuffato il podio nella sesta edizione della Milano City Marathon vinta da un debuttante assoluto, il portoghese Helder Ornelas, altra sorpresona, davanti al keniano Kirui. Col freddo che ha tormentato tutti, ma soprattutto ha stroncato i favoriti atleti keniani ed etiopi. Troppo tardi Battocletti ha messo il turbo nel suo motore, al 35° chilometro, quando ha superato di slancio il keniano Matebor e si è ritrovato quinto. Ma ormai davanti era troppo lontana la coppia di testa formata da Ornelas e dal keniano Paul Kirui. Alla fine comunque l'atleta italiano ha perfino motivo di recriminare sul terzo posto. «Il secondo - dice - era alla mia portata».
Battocletti, trentino di Cles, alla fine ha gradito la temperatura polare (un paio di gradi appena sopra lo zero e un velo di ghiaccio sull'asfalto). «E pensare che al 20° chilometro, a dar retta alle gambe, mi sarei ritirato. Ho dovuto perfino fermarmi due volte per andare in bagno. La testa - scherza Battocletti - però mi ha suggerito che ero lontanissimo dal traguardo e comunque a Piazza Duomo avrei dovuto tornarci. Chissà, per come si erano messe le cose, alla fine potevo forse puntare al secondo posto». «Ma - conclude - avevo soprattutto bisogno di finire per vedere se posso continuare su questa distanza perchè avevo tanti dubbi. Adesso però ne sono sicuro, a trent'anni è ora di scegliere e allora punto sulla maratona che è gara per la quale è preziosa l'esperienza. Qualche 10.000 magari ancora ci sta, ma sicuramente non agli europei né ai mondiali».
In campo femminile invece rispettato il pronostico con la vittoria con grande distacco della keniana Hellen Kimutai (2.2529) sulla messicana Angelica Sanchez e sulla neozelandese Rebecca Moore. «Il vero problema è stato il freddo - dice davanti a un tè bollente la Kimutai, 28 anni, medico all'istituto di medicina sportiva nazionale del suo paese, sposata e madre di quattro figli (gli ultimi due, gemelli di appena due anni) -. Troppo lento il ritmo delle lepri, io mi alleno sempre da sola e non sono abituata a seguire quei ritmi, fino a metà c'era in testa un gruppetto con la Sanchez e le due etiopi ma anche le migliori rallentavano e allora me ne sono andata».
La quinta Milano city marathon va quindi in archivio ed è tempo di bilanci. Il nuovo percorso (un po criticato alla vigilia) è stato alla fine apprezzato e soprattutto ha evitato il temuto caos di traffico che si era verificato negli anni passati, anche se ingorghi e proteste non sono mancate. I quasi 5500 iscritti non rappresentano un record ma sicuramente uninversione di tendenza rispetto agli anni scorsi e fanno ben sperare per le prossime edizioni.
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