Milano Nel «meraviglioso modo di Pisapie», ad amministrare è la giunta dei «fuoriposto». Confesso che la farina non è tutta del mio sacco, chè ne ho rubata un po’ a un’ottima collega che sono certo mi perdonerà, visto che sul suo giornale non la potrà scrivere. Il neo sindaco di Milano Giuliano Pisapia aveva detto che con lui ci sarebbero state molte competenze. E le competenze in effetti ci sono. «Peccato che siano ben mischiate». Sarà per quel vento di cambiamento che la sinistra dice stia spazzando Milano, ma certo che la confusione è tanta. Come spiegare altrimenti Lucia Castellano, ottima direttrice del carcere di Bollate, spedita all’assessorato alla Casa, Demanio e Lavori pubblici? O l’architetto e urbanista Stefano Boeri assegnato alla Cultura su cui puntava invece Pierfrancesco Majorino, nipote del poeta Giancarlo e forte di un curriculum dove si legge che «scrive romanzi, testi teatrali, reportage»? Forse il suo ultimo lavoro, Togliendo il dolore dagli occhi (Italic editore) non è piaciuto a Pisapia che l’ha cacciato alle Politiche sociali e ai Servizi per la salute.
Il bravo avvocato e docente Ada Lucia De Cesaris artefice dei molti ricorsi presentati dalla sinistra ai sindaci Gabriele Albertini prima e Letizia Moratti poi? All’Urbanistica negata all’urbanista Boeri. Messo a quella Cultura negata a Daniela Benelli, nonostante la sua laurea in Filosofia, la direzione della Casa della cultura di Milano sotto la presidenza di Cesare Musatti e ben due mandati da assessore alla Cultura in Provincia. Risarcita, lei che è una vendoliana, con un posto da assessore all’Area metropolitana e Servizi civici. Un posto, l’anagrafe, che forse più che di libri e arte, richiederebbe competenze informatiche e di organizzazione. Magari ci avrebbe capito qualcosa di più Chiara Bisconti, 44 anni, bocconiana e direttore risorse umane di Sanpellegrino spa. Per lei, donna di numeri e bilanci, l’onirico assessorato al Benessere. A cui si aggiungono la Qualità della vita (che Pisapia forse ci vuol commissariare con un apposito assessore) e il più comprensibile Sport e tempo libero.
Nella casella giusta potrebbe essere finito Marco Granelli, esperto di volontariato. Ma poi Pisapia pensa bene di sparigliare le certe aggiungendoci anche la Sicurezza. Che, in omaggio al politicamente corretto viene associata alla misteriosa Coesione sociale. Chi resta? Cristina Tajani che miracolosamente finisce alle Politiche per il lavoro, essendosene occupata nel centro studi della Cgil. Saran contenti gli imprenditori. Quelli magari col cuore a sinistra, ma il portafoglio a destra. Con la Tajani (nata a Terlizzi, come Nichi Vendola) che ha già in programma un bel convegno al centro sociale occupato Leoncavallo, dal lugubre titolo «Di lavoro si muore».
Bravo e reduce da un pieno di preferenze il giovanissimo Pierfrancesco Maran. Che con una semplice laurea in Scienze politiche, esperienza da consulente aziendale e da consigliere comunale, si vede accollato il gigante degli assessorati, quello alla Mobilità, Ambiente, Arredo urbano e Verde. Traffico, smog e parchi. Roba da far tremare le vene ai polsi del luminare più esperto. Ma magari Piasapia sarà rimasto colpito dalla sua proposta di istituire i bus notturni per i ragazzi in uscita dalle discoteche. Indubbie, invece, le competenze sul Bilancio di Bruno Tabacci. Esperto navigatore, capace di cavalcare qualsiasi onda.
Peccato che lui sostenesse convinto Manfredi Palmeri. Un altro candidato sindaco. Quello dei «futuristi» finiani, dell’Udc e dell’Api di Rutelli. Sconfitto da Pisapia. Ma per un democristiano di lungo corso, cosa volete che sia?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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