Da una parte ci sono la Cgil e la Cisl. Dallaltra la Uil. In occasione della marcia sul lavoro organizzata per sabato pomeriggio, i sindacati si dividono e a Milano scende in piazza la spaccatura delle organizzazioni confederali. La notizia non è tanto la rottura allinterno delle sigle, quanto il rimescolamento negli schieramenti. Se a Roma la firma al contratto dei metalmeccanici era stata posta da Cisl e Uil, con il rifiuto sdegnato della Fiom Cgil, questa volta a isolarsi è la Uil. Grande attesa per le reazioni di una piazza che si immagina incandescente quando sul palco saliranno i rappresentanti sindacali della Cisl, quelli che hanno firmato lintesa accanto a quelli che invece si sono rifiutati di farlo. Di fronte alla folla degli operai della Fiom che minaccia fischi e dissenso. «Non abbiamo paura. Nella vita si deve pur rischiare quando si scende in piazza», spiega il segretario generale della Cisl Lombardia Gigi Petteni. «Il nostro obiettivo è tenere al centro del dibattito il lavoro, al di sopra di qualsiasi divisione. Dobbiamo abituarci a una stagione di alleanze a geometrie variabili, a un pluralismo sindacale. I tempi in cui si facevano tutte le cose insieme sono finiti. E forse è anche un bene che sia così». Come a dire, sul modello contrattuale in questo momento ci sono delle spaccature, ma il tema di chi perde il posto di lavoro deve essere più forte. E però, sottolinea il segretario di Uil Lombardia che ha organizzato per mercoledì prossimo un incontro sul tema della crisi, il rimescolamento delle sigle cè stato, eccome. «La Cisl ha firmato laccordo per i metalmeccanici, e ora per la prima volta realizza unintesa da sola con la Cgil. Ogni organizzazione fa le sue scelte e va rispettata in quanto tale. Ma è unanomalia rispetto al passato recente. Tantè che il contratto dei metalmeccanici era stato sottoscritto dalla Cisl insieme a noi». Insomma, per Galbusera si tratterebbe di «una tattica per accreditarsi al mondo del lavoro. Sono decisioni che attengono allarea della legittimità, per carità. Ma leffetto finale è quello di una divisione fra le organizzazioni. È un fatto nuovo e in controtendenza, come dire che mentre a Roma Bonanni è impegnatissimo in una battaglia con Epifani, in Lombardia succede qualcosaltro». La diserzione della Uil per la marcia di sabato è da ricondurre a tre ragioni in particolare: limpossibilità di discutere di una piattaforma prima di scendere in piazza, laver tenuto fuori dalle proposte largomento del rinnovo dei contratti nazionali e il rifiuto di Cisl e Cgil di invitare i segretari generali delle sigle. Ma il punto è anche un altro. La domanda da farsi è se dopo uniniziativa così, il sindacato sarà più o meno forte di prima. «La spaccatura si potrà ricucire, certo. Anche la scissione di Livorno è finita nel nulla. Però al momento cè una rottura. E nel mondo sindacale questa è una grande notizia».
«Io vado in piazza per metter al centro il tema del lavoro, la manifestazione labbiamo organizzata insieme per questo - ripete ancora Petteni -: non vogliamo portare la divisione su un argomento così importante.
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