Milano è stanca. Sdegnata. Preoccupata. «Il Comune è in prima fila contro le violenze sessuali, ora è il Governo a dover dare le sue risposte». Di fronte allennesimo caso di stupro, parla Riccardo De Corato, ma la sua voce si confonde con quella di tutti i milanesi che ormai hanno paura. «Il Parlamento è rimasto troppo indietro - ha attaccato De Corato -. Io ho fatto una specifica richiesta al Governo affinché sia prevista con chiarezza la possibilità per i Comuni di costituirsi parte civile, come abbiamo fatto noi con lo stupro di Bisceglie (ieri la sentenza, ndr)». Anche Letizia Moratti è da tempo convinta che si debba fare di più: «Norme più severe contro gli stupratori», ha ribadito più volte. «Ma il problema - ha precisato De Corato - sta nel fatto che le pene già esistono, ma non vengono applicate». Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione gli fa eco: «Per i colpevoli di questi orribili reati vanno applicate pene dure ed esemplari».
Chi ogni giorno si trova a lavorare con le donne che la violenza la subiscono sulla propria pelle, analizza la questione da un altro punto di vista. «In primo luogo bisogna combattere la cultura della violenza - afferma Alessandra Kustermann, responsabile del Soccorso Violenza Sessuale della Mangiagalli -, deve passare questo messaggio: luomo che picchia una donna compie un reato, non ci sono giustificazioni». I dati parlano chiaro: 183 violenze nel 2007, 2.531 negli ultimi dieci anni, ma la maggior parte sono perpetrate da familiari, da uomini di cui le vittime si fidano. «Sarebbe un errore impostare il problema delle violenze sugli stupri che avvengono per strada. Sono più eclatanti ma danno unimmagine di una realtà falsata». Questi casi, secondo la Kustermann, vanno combattuti con tutti quei provvedimenti che riguardano la sicurezza in generale. «Strade più illuminate, autobus che accompagnino le donne sotto casa, perché lesigenza di una città più sicura è di tutti».
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