"Fra 13mila denunce furti di scarpe usate e di addobbi natalizi"

Antonio Casavola lavora in Questura e ascolta da anni gli sfoghi dei cittadini

"Fra 13mila denunce furti di scarpe usate e di addobbi natalizi"

Arrabbiatissimi, in lacrime o turbati, prima o poi da lui (o dai suoi colleghi) ci siamo finiti tutti. In dieci anni infatti - pur non essendo né un parroco, né un terapeuta di grido e tanto meno l'amico del cuore - da solo ha raccolto le «confessioni» di ben 13mila milanesi a pezzi.

Questura di Milano, via Fatebenefratelli 11, ufficio denunce, ingresso prima porta a destra. C'è chi sostiene che l'assistente della polizia di stato Antonio Casavola, 35 anni, tarantino di Castelleneta, parli un po' troppo.

In realtà se essere empatici può rivelarsi una dote, lui per mestiere di questa vocazione ha dovuto fare una necessità. «Parlare con le persone mi viene facile e grazie al mio carattere gioviale mi sono trovato bene da subito in questo ufficio - ammette -. Bisogna pensare che chi arriva qui per sporgere denuncia, perché ha trovato la casa svaligiata o è stato borseggiato senza nemmeno sapere quando, è sconvolto, sta male. Così penso sia doveroso da parte nostra immedesimarci, essere umani, tentare di stemperare la tensione fino a riuscire a strappare almeno un sorriso. Noi siamo sempre dalla parte di chi dobbiamo aiutare. Naturalmente ho acquisito una certa esperienza e la battuta la faccio solo con chi posso permettermela...».

A Milano e provincia i reati sono in calo, ma si ruba ancora molto, decisamente troppo. La recente classifica pubblicata dal Sole 24 Ore parla di 7mila17 denunce (generiche) ogni 100mila abitanti. «Abbiamo una miriade di denunce per furti di carte d'identità o bancomat, ma anche di cellulari...Tutti oggetti contenuti in borse e borsette. Dicendo questo qualcuno potrebbe credere che siano più le donne a essere raggirate. In realtà a venire distratti e poi fregati sono soprattutto gli uomini. Non sa in quanti si sono rivolti al nostro ufficio dopo che una ragazza sconosciuta li aveva abbracciati all'improvviso, magari in stazione Centrale, sussurrando che bell'uomo che sei! e poi si erano ritrovati senza il portafoglio. I truffatori dei giorni nostri sono così, hanno il sorriso sulle labbra e contano sul fattore distrazione».

Insomma, gli uomini milanesi sono più fessi? «No, non volevo dire questo, non sarebbe vero - ci tiene a precisare serissimo Casavola -. I milanesi sono solo distratti e si può capire visti i ritmi della città, troppo caotica perché non capiti mai di abbassare il livello di attenzione. Certo le donne sono decisamente più diffidenti, ma tutti, proprio tutti vanno in tilt quando vengono derubati». Nessuno, però, senza distinzione di sesso, a Milano sfugge al furto dell'auto o dello scooter. «Ci sono vetture di grossa cilindrata a cui rubano costantemente i volanti con i tasti e i comandi elettronici, i navigatori poi, vanno per la maggiore, soprattutto nei parcheggi come quello di Lampugnano - sottolinea l'assistente di polizia -. Per non parlare degli scooter: di alcuni modelli ne spariscono così tanti che mi verrebbe voglia di sconsigliarne l'acquisto. E le catene per proteggerli, anche le più grosse, con certi malviventi sono inutili: utilizzano una trave da muratore, caricano il mezzo a bordo di un furgone e chi li trova più?».

Così, per velocizzare le pratiche e non far perdere tempo Casavola ha realizzato un modulo che consegna a chiunque si rivolga all'ufficio denunce per il cosiddetto «furto tipo» e che riassume tutti i documenti da rifare.

Gli chiediamo se ci sia gente che si rivolge all'ufficio denunce per la sparizione di oggetti di poco conto o magari usando modi poco educati. «Ma certo! - spiega - Come quando un tizio venne a raccontarmi che secondo lui qualcuno gli era entrato in casa per portargli via solo il Babbo Natale che stava in cima all'albero...Chissà: forse aveva un valore affettivo. Oppure coloro che sporgono denuncia per la sparizione di un paio di scarpe usate e di scarso valore...Sì, chi si arrabbia c'è sempre, soprattutto quando spiego che non ci sono i presupposti di legge per sporgere querela, magari davanti a un'offesa per un gesto durante un litigio per strada. Io però non ho mai litigato con nessuno. Lo ripeto sempre ai colleghi: L'arrogante va trattato solo con il lei, mai con il tu».

Per concludere il capitolo storie strane Casavola potrebbe scrivere un'enciclopedia. «Rimasi molto colpito davanti a un ragazzo che arrivò con la moglie per autodenunciarsi perché l'aveva picchiata e lei aspettava un bimbo. Alla fine fecero pace e se ne andarono mano nella mano.

Oppure quella volta che una donna entrò sparata in ufficio, senza salutare, gridando che le avevano rapito il fratello all'estero. Gli ho telefonato, non riusciva nemmeno a parlare, lo hanno sequestrato!. In realtà si era operato senza dire nulla ai parenti ed era ancora sotto anestesia, per questo si esprimeva con grande difficoltà».

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