Da 140 anni «al servizio dei golosi». La vocazione di Vigoni ha il sapore di una saga storica, che attraversa il tempo e le innovazioni tecnologiche e sociali. La più antica pasticceria di Pavia è stata fondata nel 1878 e adesso vende anche via internet, oltre che nelle due sedi in città. «La pasticceria non è un bene di lusso, non lo è mai stato», spiega Enrico Magenes, il giovane titolare. Il trisavolo aveva iniziato come ofelè, pasticcere tirocinante a Milano. Poi si era messo in proprio. Vigoni ha aperto in strada Nuova, la via dei negozi e dell'Università, dove ancora si trova la sede centrale con l'antico forno (il bis è arrivato in viale Libertà). Ha imbroccato una serie di prodotti fortunati Vigoni, fra cui la Torta Paradiso, che nacque come scommessa per via di un marchese che aveva sfidato a fare un dolce buono e capace di conservarsi a lungo. Avvolta nella stagnola, la torta poteva conservarsi per un mese. La torta era perfetta per essere spedita lontano, ai parenti emigrati, magari Oltreoceano. Poi c'erano le tavole dei pavesi. «Il cabaret di paste era abbastanza usuale. Il sabato e la domenica era un po' in tutte le case». Per non parlare del «presente» al professionista o al medico. La saga dei Vigoni proseguì con i figli, con le prime imprenditrici donne, con un nonno matematico che dovette interrompere gli studi alla Normale, entrare da dirigente nell'Azione cattolica, venne arrestato come membro del Cln per essere deportato in un campo di concentramento prima di tornare alla matematica, di cui divenne un gigante. I Vigoni hanno sempre seguito da vicino la pasticceria. A un certo punto hanno aperto nuove sedi. Siamo agli anni d'oro di Pavia: Annabella, il grande basket. L'azienda è arrivata a 40 dipendenti quando tutto si faceva a mano. Ora sono 25, più stagionali. Intorno molto è cambiato. Il centro storico è un via-vai di insegne, fioriscono i franchising. «Noi non siamo rimasti ancorati al passato - spiega Magenes, che ha 35 anni e presiede l'associazione Locali storici - se fossimo stati fermi non saremmo più qui». Ma le tradizioni hanno un futuro, come la colomba di Alboino.
La sua «invenzione» risale all'omaggio che alcuni pavesi fecero al leggendario re longobardo che assediava la città. Un colomba di pace, con pasta lievitata con arancia candita e ghiaccia di zucchero a velo e mandorle. La forma attuale ricorda il dolce offerto al re. E anche il sapore. «La gente riconosce la qualità».AlGia
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