Annunciano battaglia i consiglieri dell'opposizione contro il regolamento edilizio licenziato dalla giunta, che ora approderà in consiglio comunale. C'è chi promette l'ostruzionismo più duro, chi il ricorso ai tribunali per portare avanti una battaglia «a difesa della proprietà privata». A infiammare gli animi l'articolo 12 «Recupero urbano e sicurezza pubblica. Aree ed edifici dimessi inedificati e in disuso» che introduce la possibilità per l'amministrazione di «attribuire a edifici o aree dismesse abbandonate una destinazione pubblica». Nel caso di edifici o aree private abbandonate e in disuso - cioè «gli edifici che non siano manutenuti e utilizzati per più di 5 anni, ove tale non utilizzo riguardi almeno il 90% delle superfici» - che, nonostante le diffide, la proprietà continua a non mettere in sicurezza e recuperare, il Comune può affidare gli spazi a associazioni o enti. Un articolo che per il consigliere di Fi Fabrizio de Pasquale «viola il diritto alla proprietà privata». Sul piede di guerra Assoedilizia con il presidente Achille Colombo Clerici: «La norma non può passare: viviamo in uno stato in cui vigono principi generali che vanno oltre i regolamenti comunali. Impugneremo il provvedimento, che tra l'altro punisce chi subisce la crisi ed è impossibilitato a intervenire sui propri beni».
Guai a parlare di esproprio per il vicesindaco e assessore all'Urbanistica Ada Lucia de Cesaris: «Non si può parlare in alcun modo di esproprio perché la proprietà non viene toccata». Ma qual è il percorso? Il Comune ingiunge alla proprietà di recuperare il palazzo abbandonato, entro 90 giorni i proprietari devono presentare progetto preliminare per gli interventi, decorso il termine e in mancanza di azioni il Comune provvede alla manutenzione e pulizia degli immobili. «Fin qui tutto bene - commenta il vicepresidente del consiglio ed ex vicesindaco Riccardo de Corato - anche noi ricorrevamo alle ordinanze contingibili e urgenti per intervenire sugli immobili privati, mettendo in conto gli interventi alla proprietà». Ma il problema è il passaggio successivo, il comma 6: «Qualora il proprietario non intervenga e l'intervento sostitutivo sia troppo oneroso o non immediatamente attivabile (...) qualora accerti che lo stato di degrado e abbandono rappresenti un imminente pericolo per la sicurezza o per la salubrità o incolumità pubblica provvede a attivare l'attribuzione a tali beni di una destinazione pubblica, di interesse pubblico generale o il recupero delle aree non residenziali dismesse». Il vicesindaco è determinata a non modificare l'articolo: «Ma che male c'è? Con questa norma finalmente possiamo intervenire.
Perché devono essere i milanesi a pagare per il degrado e l'abbandono di altri?». E se il proprietario all'improvviso potesse intervenire sul suo immobile? «Si valuterà caso per caso ma bisognerà attendere che scadono i termini dell'affidamento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.