Si tratterebbe di una trentina di firme «copiate» da una lista all'altra. Un'inchiesta con l'ipotesi di reato di «falso in atto pubblico materiale e ideologico» è stata aperta dalla procura di Cremona che sta indagando su una trentina di presunte firme false raccolte a sostegno della Lista Albertini (il Movimento Lombardia civica) e della Lista Monti per le prossime elezioni regionali. La notizia, anticipata dal sito Cremona oggi, è stata ieri confermata da fonti vicine agli investigatori che hanno raccontato che nei giorni scorsi agli inquirenti è stato recapitato un rapporto della Digos cremonese dal quale risulterebbe la presenza di doppie firme per la Lista Monti e quella Albertini. Sigle non riconosciute, davanti ai magistrati che li avevano convocati, dagli stessi firmatari. Già sequestrati gli elenchi e al momento ci sarebbe un solo indagato, ma sembra che l'indagine potrebbe presto allargarsi perché sono molti gli elettori che dopo aver sottoscritto la Lista Monti, si sarebbero ritrovati sotto quella di Albertini, candidato governatore.
L'ex sindaco si dice «sinceramente sbigottito», ma spiega che «la vicenda riguarderebbe irregolarità su trenta firme su un totale di 641 raccolte nella Provincia di Cremona, dove la richiesta era di un minimo di cinquecento». Ma nessuno grida al complotto. «Una volta di più - aggiunge Albertini - esprimo tutta la mia fiducia sugli accertamenti che Digos e magistratura stanno compiendo». Ma «qualora dovessero ravvisarsi responsabilità di ogni tipo, saremo inflessibili con tutti coloro che dovessero essere coinvolti in questa vicenda».
Indubbiamente un brutto svarione per un candidato che proprio sulla trasparenza e l'imperativo «l'onestà al potere» aveva basato tutto il programma e la campagna elettorale. «Quanto emerso a Cremona relativamente alle firme eventualmente irregolari raccolte per la lista Albertini - il commento del segretario lombardo della Lega Matteo Salvini - ci rattrista e ci spinge a rivolgerci ai cittadini cremonesi, giustamente delusi, affinché votino Roberto Maroni, uomo che legalità e trasparenza le ha dimostrate in tutta la sua attività politica». Non solo. «A Gabriele Albertini rimangono in mano solo gli insulti che in questa campagna ha rivolto contro la Lega e contro Maroni, vero baluardo della legalità».
Ma una vicenda che non ha fatto vacillare Albertini. «Mai come in questo momento - ha rilanciato dopo le prime notizie sull'apertura dell'indagine - lo slogan della mia campagna: zerocompromessi deve rispondere alla domanda di serietà che i cittadini richiedono.
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