All'assemblea su San Siro proteste anti-demolizione

Tanta gente all'incontro nella sede del Municipio: gli umori del quartiere e le esigenze delle squadre

All'assemblea su San Siro proteste anti-demolizione

Un incontro voluto fortemente dal presidente del Municipio 7 Marco Bestetti (Forza Italia) per trasformare «quello che fino a oggi è stato un monologo in un dialogo».

«Ho incontrato il presidente del Milan Paolo Scaroni e all'ad dell'Inter Alessandro Antonello alla presentazione pubblica al Politecnico e con loro ho concordato questo primo incontro pubblico perché credo che un progetto che ha un tale impatto sul quartiere e su tutta Milano necessiti di un confronto con la città» spiega Bestetti. Ecco quindi che ieri alle 18.30 si è tenuto il primo di una serie di incontri organizzati dal municipio per rendere il percorso che dovrà accompagnare la decisione sul futuro del nuovo stadio un dibattito pubblico. «Se per gli scali ferroviari si è voluta una serie di incontri e dibattiti, mostre e convegni aperti alla cittadinanza in tutte le zone, non si capisce perché per un progetto che avrà un impatto viabilistico, urbanistico e architettonico e veramente importante sulla città non debba seguire lo stesso iter». Ecco allora che dopo la presentazione al Politecnico e quello ristretto ai consiglieri comunali, ieri si è tenuta nella gremita sala di via Anselmo da Baggio la terza presentazione alla città. All'indomani del lancio del sito dedicato, in cui si chiede ai cittadini cosa ne pensano, solo ieri le squadre si sono confrontate con i cittadini, o meglio con i residenti che dovranno vivere gomito a gomito con il nuovo Meazza. «L'idea è che le squadre si confrontino con cittadini, che siano obbligati ad ascoltare critiche e osservazioni» continua Bestetti, tra i promotori del referendum su San Siro. I rappresentanti delle squadre vengono accolti da un clima di tensione e da cartelli «contro la cementificazione», la «speculazione edilizia», fischi e contestazioni, così non mancano gli attacchi dei cittadini furibondi durante la presentazione dei progetti di Populous e Manica/ Sportium. Diversi gli ordini di preoccupazioni dei cittadini, dalla eccessiva vicinanza del nuovo stadio, a soli 30 metri dalle case di via Tesio, definita «impensabile», alle vibrazioni, dall'eccessivo rumore al traffico per l'enorme flusso di persone, 60mila per 365 giorni l'anno.

Così l'annuncio del passaggio dalla «landa desolata a un quartiere movimentato e affollato tutto l'anno» suscita l'indignazione: «La vocazione del quartiere è residenziale e sportiva, una zona tranquilla, noi la movida non la vogliamo», ripetono in coro cittadini che vivono nel quartiere da 30-40 anni. Ma l'aspetto che più ha innervosito il quartiere è stata l'assoluta segretezza con cui sono stati coperti i progetti che «ci hanno fatto temere il peggio». Antonello ha sottolineato che per il quartiere si tratta di un'opportunità, poi: «I progetti non sono definitivi, dobbiamo ascoltare i cittadini e tutti gli interessati al confronto. Cercheremo soluzioni». Mentre Scaroni ha spiegato che il nuovo stadio risolverà i problemi di rumore e vibrazioni. «Tutti amiamo il Meazza - ha aggiunto -. Ma vogliamo uno stadio moderno con tutti i servizi che si danno oggi ai tifosi». «Nelle persone intervenute non c'è preconcetto ma una fortissima preoccupazione. Vi consigliamo di cambiare atteggiamento la conclusione perché se non vi preparate a modificare il progetto e a recepire le esigenze dei cittadini, si rischia il muro contro muro e rischiate di fare lo stadio a Sesto San Giovanni». «L'area è pubblica, dovete rendere conto ai cittadini».

C'è chi chiede un maggior intervento dell'amministrazione, molti interventi insistono per la ristrutturazione del Meazza. Infine il progetto escluso di Stefano Boeri: «Avete sbagliato, sarebbe stato meno impattante e più accettato dai residenti».

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