Altro che scandali: la sanità lombarda è la migliore d'Italia

Altro che scandali: la sanità lombarda è la migliore d'Italia

In Lombardia, il Niguarda e l'Ospedale di Lecco lavorano così bene da ridurre a zero il rischio di morte associato all'intervento: sono tra i migliori ospedali dell'intera penisola. Sempre qui, in Lombardia, l'Istituto clinico Humanitas a Rozzano brilla in «appropriatezza» in caso di ricovero per ictus e non solo: cioè per dirla in gergo meno medico ha conoscenze e tecniche disponibili.
Sono questi alcuni degli indicatori contenuti nell'indagine dell'Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni. Un'indagine che conferma l'eccellenza lombarda. Che riconosce il valore alle strutture ospedaliere della nostra regione. Una in testa a tutte: il San Raffaele che nonostante la crisi, gli scandali, i debiti continua a garantire una qualità assistenziale sopra la media. Specie se si considera gli interventi sull'aneurisma all'aorta oppure se si prende in considerazione il tasso di mortalità conseguente a un'operazione. Difficile paragonare tutti gli indicatori e mettere sulla bilancia strutture migliori e peggiori. Qualcuno lo ha fatto, confrontando una quindicina di specialità tra le più significative. Risultato: tra i primi dieci ospedali, sei sono in Lombardia. E in testa, saldo al comando della classifica il San Raffaele che resta tra i migliori ospedali di tutto il paese. Di più. Rispetto ai 15 indicatori considerati, il migliore in assoluto.
Il rapporto infatti mette a confronto ogni anno - questa è la quarta edizione - i risultati ottenuti in base a 47 indicatori comuni a tutti gli ospedali, che vanno dalla mortalità a 30 giorni per ictus a quella per infarto, dalla proporzione dei parti con taglio cesareo alle complicanze a 30 giorni per colecistectomia. È un'operazione «chirurgica» che entra dentro la sanità di ogni regione sezionando reparti e specialità di 1440 ospedali pubblici e convenzionati. Un lavoro basato sulle schede dimissione di tutto l'anno appena passato. Che alla fine valuta i risultati e analizza se le strutture sono state nella media oppure sopra o sotto. La Lombardia conferma le sue eccellenze. Che sono tante e sparse sul territorio. Dal San Raffaele al Niguarda, dall'ospedale Manzoni di Lecco agli Spedali civili e al Poliambulatorio di Brescia per finire al Fornaroli di Magenta. Tutti fiori all'occhiello.
Ma dall'assessorato alla Sanità lombardo ci tengono a ribadire che il quadro è parziale e i dati ancora in elaborazione. Che la Lombardia non solo ha straordinarie eccellenze ma un sistema diffuso di alta qualità. Perchè - spiegano - paragonare sistemi sanitari diversi, attraverso l'incrocio di tutti questi indicatori è quella lo stesso presidente dell'Agenas Giovanni Bissoni ha definito un'impresa impossibile. «Fare tabelle e classifiche dei migliori e peggiori ospedali è infatti un esercizio complicato se non impossibile» ha detto riferendosi alla lettura data dalla Toscana «che, senza valutare il peso differente che ogni indicatore porta con sé, ha stilato una classifica regionale».


«Queste classifiche devono essere prese con attenzione perché non si conoscono le modalità utilizzate - concorda l'assessore alla Sanità della Lombardia, Mario Mantovani - Certo, noi siamo soddisfatti perché avere sei ospedali tra i primi 10 è un segnale di una buona sanità in generale». Un riconoscimento che non stupisce però «visto che solo un mese fa la Commissione europea aveva piazzato la Lombardia al 30º posto tra le 262 regioni europee prese in considerazione».

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