Pomeriggio di presidi davanti a palazzo Marino per protestare contro l'amministrazione comunale. A darsi il cambio prima gli artisti di strada intenzionati «a suonarle alla Giunta», per il ritardo nell'approvare il nuovo regolamento relativo agli spettacoli all'aperto. Subito dopo arriveranno i giovani del Cantiere per protestare contro gli sgombri degli abusivi delle case popolari, una manifestazione assai più a rischio della precedente.
I primi a presentarsi in piazza della Scala saranno dunque «I figli di Pulcinella» che intendono fare pressione sul Comune affinché faccia entrare in vigore le nuove norme, per altro già approvate da tempo, in materia di esibizioni in piazza. Il regolamento prevede che giocolieri, mimi, equilibristi, fachiri e statue viventi possano raccogliere libere offerte senza pagare tasse per l'occupazione del suolo pubblico. Un imposta dovuta invece per ritrattisti, scultori di palloncini, truccatori di bambini e cartomanti. Entrambe le categorie avranno diritto a un posto fisso di almeno due metri quadrati, da prenotare presso uno sportello unico o con un clic su un portale dedicato. Ma nel frattempo qualunque vigile urbano di cattivo umore può fermarli, multarli per occupazione illecita di suolo pubblico e disturbo della quiete pubblica, con relativa confisca di attrezzi e strumenti. Per questo i «Pulcinella» si sono dati appuntamento oggi alle ore 14.30 in Loggia del Mercanti, da dove partiranno in corteo sino a palazzo Marino, dove suoneranno e tenteremo di consegnare una lettera con le loro richieste al sindaco.
Cambio della guardia alle 17, ma questa volta la manifestazione sarà altrettanto rumorosa ma molto meno allegra. Scenderanno in piazza infatti i tanto temuti «disobbedienti» del Cantiere, giovani, e meno, antagonisti, finora blanditi e corteggiati, come gli altri appartenenti ai diversi Centri sociali, dalla giunta arancione di Giuliano Pisapia. I ragazzi vogliono far sentire la loro voce in vista dell'approvazione da parte del consiglio comunale di una commissione per la regolarizzazione di chi ha occupato un alloggio pubblico in «stato di necessità». Gli antagonisti infatti temono che la commissione diventi un'arma affilata «per scagliare gli abitanti dei quartieri popolari l'uno contro l'altro, in una guerra tra poveri che darà il via a una catena di segnalazioni, delazioni e infamie tra vicini di casa».
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