Asilo politico, 15mila richieste Code di immigrati in Questura

Decine di persone accampate fuori dalla questura per notti e notti, in attesa di entrare all'ufficio stranieri e iniziare, o perfezionare, la pratica per l'asilo politico. Una situazione vergognosa a cui i vertici di via Fatebenefratelli hanno ovviato creando un sistema di prenotazione via Internet chiamato Cupa, «Centro unico appuntamenti». Incontri sono già stati avviati con le associazioni che assistono gli stranieri mentre nei prossimi giorni verranno affissi manifesti agli sportelli e distribuiti volantini per organizzare una comunità giunta ormai a 15mila persone. Sulle strutture della questura grava l'enorme peso di quasi mezzo milione di stranieri tra città e provincia quotidianamente alle prese con documenti. L'ufficio stranieri della questura e i commissariati macinano quasi mille documenti al giorno, distribuiti grazie a precisi appuntamenti, giorno e ora, fissati con largo anticipo. Si tratta però esclusivamente di persone che hanno fatto richiesta di regolarizzazione spedendo l'apposito kit dai diversi uffici postali. L'immigrato viene convocato una prima volta per verificarne le condizioni e una seconda volta per concedergli l'eventuale permesso di soggiorno e nel tempo i successivi rinnovi.
Fuori da questi percorsi invece gli stranieri che chiedono l'asilo politico, la protezione sussidiaria o umanitaria, per esempio per ottenere cure sanitarie. Una folla di oltre 10mila persone provenienti da aree di crisi di mezzo mondo. A cui nell'ultimo anno si sono aggiunti i rifugiati da Egitto, Tunisia e Libia, coinvolti nei violenti rivolgimenti che hanno portato in poche settimane 1.300 nuovi arrivi nella sola Milano, una delle mete preferite dei rifugiati, che si riversano agli sportelli dell'ufficio stranieri diretto da Giuseppe De Angelis. Il loro percorso prevede un permesso provvisorio di sei mesi, in attesa dell'eventuale accoglimento della domanda. Ma questa volta senza appuntamento: il cittadino si presenta allo sportello e aspetta il suo turno, sapendo che ogni giorno possono venire esaminate solo 40 posizioni.
E spesso lo straniero deve tornare più volte nel corso dell'anno. Per ottenere una risposta dalla commissione territoriale infatti possono passare anche più di sei mesi. Se la domanda viene respinta sono previsti ricorsi di primo e secondo grado, allungando anche di anni l'attesa. E ogni sei mesi il rifugiato si deve sottoporre ad attese interminabili. Spesso di notte, con bivacchi per strada, con improvvisati venditori di cibo e coperte che speculano su questi poveri disgraziati. Un problema risolto con il nuovo sistema approntata dall'ufficio stranieri che consente di ottenere appuntamenti via internet. L'utente entra nel sito «Cupa Project», si registra, chiede l'appuntamento e dopo un po' riceve la risposta.

Una procedura non facilissima, bisogna evitare indebite intrusioni nel sistema, e per questo l'ufficio ha già preso contatto con una quarantina tra associazioni e consolati dove gli stranieri possono eventualmente appoggiarsi, mentre spiegazioni in cinque lingue saranno affisse agli sportelli. Lasciando così per sempre alle spalle la vergogna dei bivacchi notturni.

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