Per qualche minuto, il «Grand Tour» in Italia ha il volto barbuto e la parlantina di Dario Franceschini, ministro della Cultura con delega proprio al Turismo: «Gli stranieri torneranno, stanno già tornando - dice - ma domandiamoci a quale turismo puntiamo: a quello mordi e fuggi e low cost? O a un turismo colto come quello che ha generato i capolavori artistici tra Sei e Ottocento? Io punterei al secondo, ma con i grandi numeri, perchè quella di allora era un'elite di intellettuali, nobili e artisti». In attesa di scoprire quale turismo ci meritiamo, godiamoci la nuova sfarzosissima mostra prodotta da Gallerie d'Italia, che tra dipinti, sculture e oggetti d'arte, espone un ricco scenario del mito del Belpaese nell'immaginario e nella formazione culturale degli europei dei secoli passati.
Uno scenario fatto di classicità, di archeologia, di cristianità, di architettura e di paesaggio, una perfetta sintesi di natura, bellezza e storia di cui nobili e intellettuali amavano imbibirsi con il «grande viaggio in Italia». Il Tour, che per i cugini europei assurse a vero e proprio status symbol, vedeva spesso al seguito dei mecenati artisti affermati che ritraevano le italiche bellezze con incantevoli vedute di città simbolo - come Roma, Napoli e Venezia - di vestigia e paesaggi ai limiti del mitologico. Circa 130 di questi capolavori sono ora esposti alle Gallerie d'Italia a cura di Fernando Mazzocca provenienti dalla collezione Intesa Sanpaolo e dai più importanti musei, come la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Prado di Madrid. Tra i prestiti anche due opere provenienti dal Regno Unito e appartenenti alla Royal Collection della Regina Elisabetta II, oltre ad altre opere provenienti da grandi residenze reali come la Reggia di Versailles, la Reggia di Caserta e la Reggia di Pavlovsk a San Pietroburgo.
In bella mostra figurano le opere dei principali artisti del tempo come Piranesi, Valadier, Volpato, Canaletto, Panini, Lusieri, Hubert Robert, Jones, Wright of Derby, Hackert, Volaire, Ducros, Granet, Valenciennes, Catel, Batoni, le due pittrici Vigée Lebrun e Angelica Kauffmann, Ingres. C'è tutto il Belpaese patria di artisti, mercanti d'arte e collezionisti, in coda per assicurarsi un bronzetto di Boschi o Zoffoli, ma soprattutto una veduta pittorica per arredare sontuose ville, come ricordo delle capitali italiche e delle sue icone: ecco allora un Campidoglio magistralmente dipinto da Hubert Robert, ecco un Capriccio architettonico con rovine del Canaletto, ecco ancora il Teatro greco di Siracusa firmato Ducros, ecco una spettacolare eruzione del Vesuvio sul Golfo di Napoli eseguito da Pierre-Jacques Volaire. Non possono mancare i ritratti, altro genere richiestissimo dai collezionisti stranieri che amavano farsi rappresentare da maestri come Pompeo Batoni accanto ai paesaggi e alle rovine appena ammirati.
«Questa mostra è la prima ideata e realizzata in Italia capace di offrire uno sguardo d'insieme su un tema così vasto», sottolinea Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo - e i capolavori esposti offrono l'opportunità di comprendere e
rivivere l'emozione provata secoli fa dai protagonisti del Grande Viaggio di fronte alla bellezza senza tempo dei paesaggi italiani, elementi fondanti non solo della nostra identità nazionale, ma anche di quella europea».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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