Nino Materi
Una Patrizia Mirigliani in splendida forma; una Diletta Leotta bella e brava (se solo se la «tirasse» un po' meno, sarebbe perfetta ndr); Francesco Facchinetti che il termine latino plus lo pronuncia all'americana, plas. Istantanee della conferenza stampa di ieri alla presentazione della prima Miss Italia made in Milan: intesa come Milano, non come la squadra rossonera di Gattuso.
Il concorso di bellezza più famoso d'Italia è infatti patrimonio nazionale (non ancora tutelato dall'Unesco, ma è solo questione di tempo...). Anche quest'anno la Mirigliani - sempre giornalisticamente «sul pezzo» - non ha dimenticato le campagne sociali. Dopo la lotta all'anoressia e la battaglia contro stalking e femminicidi, ora è la volta di una intelligente guerra all'uso spropositato dei telefonini e all'accettazione della disabilità.
SuperPatrizia ha così lanciato tra le ragazze che domenica e lunedì sfileranno nell'Infront Arena di via Crescenzago la campagna «spegniamo i telefonini almeno per un'ora» e ha ammesso in finale anche la 18enne Chiara Biondi: la sua protesi alla gamba destra non le impedirà di calcare la passerella milanese, lanciando a tutti i giovani (e non solo) il suo esemplare messaggio di coraggio e determinazione.
L'anno scorso i dati di ascolto sfiorarono il 7%: un buon risultato che La7 spera quest'anno di bissare e, possibilmente, di superare.
«Non derogheremo mai alla nostra cifra stilistica fondata su stile e buon gusto - sottolinea la patron Mirigliani -. Per la finale abbiamo scelto, per la prima volta, una metropoli come Milano proprio perché questa perché è una città anch'essa simbolo di stile e buon gusto, quindi in perfetta simbiosi con la tradizione del nostro concorso».
Le polemiche sul Weinstein-MeeToo e sul concorso Miss America che ha messo al bando la sfilata in costume l'inossidabile Patrizia le archivia con poche parole: «Le nostre ragazze continueranno a sfilare in costume e bikini, perché intelligenza e bellezza non sono incompatibili. Se nel 2018 c'è ancora chi non l'ha capito, è un problema tutto suo. Non può diventare un problema nostro». La Mirigliani glissa anche sulla presunta polemica sulla fascia dedicata alla memoria di Fabrizio Frizzi: «C'è stato un equivoco. Non abbiamo mai detto che la fascia sarebbe stata consegnata alla sua seconda moglie, l'ex miss, Carlotta Mantovan»: un «caso» (in realtà fondato sul nulla) che comunque la Mirigliani ha subito chiarito con la prima moglie di Frizzi, Rita Dalla Chiesa, intervenuta polemicamente sulla vicenda.
Ultima curiosità: tra i partner del concorso di Miss Italia c'è anche il Codacons. Francamente il nesso ci sfugge; a meno che il Codacons non stia organizzando una class action.
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