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Bimbi in affido, nuove regole Più contributi alle famiglie

Bimbi in affido, nuove regole Più contributi alle famiglie

Il Comune aumenta i contributi di sostegno alle famiglie che accolgono un bimbo in affido e rivolge un appello ai milanesi: «Dateci una mano in questa azione bella». L'iniziativa è firmata dall'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, che spiega: «Vorremmo che l'affido si diffondesse di più. Oggi abbiamo 236 famiglie impegnate in questo senso ma sono troppo poche: basti pensare che a Torino sono 570. Milano può fare di più. Forse il Comune finora non ha saputo promuovere l'affido a sufficienza e per questo, anche rendendoci conto delle maggiori difficoltà legate alla crisi economica, abbiamo aumentato i contributi».
L'assegno destinato alle famiglie affidatarie passa da 430 a 480 euro al mese. Inoltre il Comune darà un contributo di 350 euro per estendere le possibilità di affido ai parenti del piccolo fino al quarto grado. A beneficiare degli affidi sono ragazzi fino ai 18 anni, o fino ai 21 in presenza di un provvedimento del Tribunale. Inoltre Palazzo Marino concede fino a 700 euro al mese a chi si prende cura di bambini disabili o con problemi molto seri e fino a 550 euro alle famiglie che si rendono disponibili per la pronta accoglienza (fino a tre anni) di adolescenti in difficoltà.
Oggi a Milano ci sono 1.500 bambini ospitati in comunità: «Nessun approccio negativo a questi luoghi, sono strumenti straordinari - spiega Majorino - ma vorremmo aumentare il numero della famiglie affidatarie perché ci sono tanti bimbi che in queste famiglie possono trovare un'ottima occasione per crescere. Facciamo con grande semplicità un appello ai milanesi a darci una mano in questa sfida che è di tutti, sapendo che non sono lasciati soli in questo compito, perché c'è un sistema sviluppato di associazioni, una struttura del Comune e tanti operatori sensibili».
Milano, spiegano i responsabili del settore in Comune, è stata fra le prime città italiane a mettere in campo il sistema degli affidi nel 1982. Da allora sono stati collocati circa 2mila bambini e coinvolte 1.500 famiglie, con una forte flessione dei piccoli affidati ai parenti registrata lo scorso anno: da 160 nel 2010 si è passati a 64. Le nuove tariffe dei contributi previsti dal Comune puntano a dare un ulteriore sostegno agli zii o ai nonni che si prendono cura dei bambini e che spesso hanno problemi economici. Insomma, si cerca di fare in modo che il bilancio familiare a fine mese non sia un ostacolo a ospitare in casa un bambino.
La maggior parte di chi si rende disponibile all'affido è composta da famiglie con genitori dai 40 anni in su (con o senza figli) ma possono impegnarsi anche i single, che nel 2011 sono stati 25.
Sono ancora pochi gli affidi in forma cosiddetta leggera, cioè non a tempo pieno ma limitati al fine settimana, alle vacanze o al pomeriggio senza pernottamento. Nel 2011, a fronte di 168 affidi a tempo pieno, ce ne sono stati 47 nel week-end o per le vacanze e 21 giornalieri.

Forme di accoglienza flessibili, che tuttavia creano notevoli vantaggi nella vita dei bambini in difficoltà, a cominciare dal calore di una casa, di una famiglia per proseguire con la consapevolezza di avere un punto fermo, una persona fidata a cui rivolgersi in caso di bisogno.
La maggior parte dei bambini affidatari conclude la propria esperienza entro i tre anni, ma sono molti i casi di prolungamento dovuti alle imprevedibili evoluzioni della vita delle famiglie di origine.

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