A Rogoredo a caccia di pusher. I vigili: "Noi non siamo pronti"

Il Comune ordina di riqualificare la zona. Il sindacato teme per la sicurezza dei ghisa

A Rogoredo a caccia di pusher. I vigili: "Noi non siamo pronti"

La lotta ai pusher? Si combatte in mountain bike. Questo l'obiettivo del progetto lanciato dal comando della polizia Locale «Controllo del boschetto di Rogoredo mediante l'utilizzo di mountain bike». Obiettivo specifico del progetto, finanziato sotto la voce sicurezza direttamente dal governo, «la prevenzione e la repressione di comportamenti illeciti e di tutti quei fenomeni di disturbo della buona convivenza, l'incremento della percezione di sicurezza dei fruitori dell'area, nonché la riqualificazione delle zone degradate connotate da una maggior incidenza di fenomeni criminali e di particolari rischi della sicurezza urbana». Il modello? Il nucleo «Ombra» costituito da 15 vigili motociclisti in borghese che sotto l'amministrazione Albertini riuscirono a bonificare il parco Sempione dagli spacciatori.

In questo caso i vigili dovrebbero concentrarsi in un'azione di disturbo degli spacciatori con una presenza costante, capillare ed agile. La strategia deterrente del comando di piazza Beccaria sarebbe quella di far sì che gli spacciatori, disturbati quotidianamente, si spostino ed escano dal boschetto.

Non si tratta certo di un situazione semplice anche se lo stesso ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, ex prefetto, intervenuta circa tre settimane fa al Comitato per l'ordine e la sicurezza avesse sottolineato il netto miglioramento della situazione di quello che è ormai diventato il distretto dello spaccio dell'eroina, conosciuto in tutto il Nord Italia, e da un paio d'anni meta di pellegrinaggio quotidiano da tutta Lombardia e dalle regioni attigue. Per poter entrare è necessario essere accompagnati da qualcuno che conosca già «la piazza», le ragazze sole rischiano aggressioni e violenze, i nuovi arrivati furti, mentre gli spacciatori sono armati, ben organizzati e determinati a difendere i loro affari.

Ecco quindi che gli agenti, consapevoli dei rischi che si corrono, incontreranno lunedì il comandante per avere rassicurazioni sulle condizioni di sicurezza in cui i volontari si troveranno ad operare. «Appare palese che dove ci sono evidenti problemi di ordine pubblico le forze di polizia quando intervengono movimentano blindati ed elicotteri, mentre la polizia locale invia vigili ciclisti a garantire la sicurezza del territorio». In sostanza il Sulpm chiede che i ghisa in bicicletta vengano adeguatamente formati ed equipaggiati in modo da poter operare in assoluta sicurezza. All'appello infatti servono caschi, spray al peperoncino, distanziatori telescopici e body cam, che permetta di scattare una fotografia della effettiva situazione all'interno del boschetto. Non solo, i rappresentanti dei lavoratori chiedono che i 14 agenti volontari, siano adeguatamente formati, prima di prendere parte al progetto che dovrebbe partire entro fine anno: tra le richieste un corso di autodifesa con la bicicletta.

Non solo, indispensabile che i ghisa non operino in solitaria, ma siano affiancati da polizia e carabinieri.

«I vigili milanesi non si tirano certo indietro, anzi, sono convinti che se messi nelle condizioni adeguate potranno svolgere un servizio all'altezza delle loro competenze e della città» conclude Daniele Vincini, segretario regionale del Sulpm. Quello che è emerso, anche dalle parole dell'assessore alla Sicurezza è che il controllo congiunto del territorio ha portato a un miglioramento della situazione, cioè a una parziale «liberazione» di Rogoredo.

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