Una caduta in moto dopo il colpo incastra la banda delle 24 rapine

È stato un lungo inseguimento a tratti somigliante a una caccia al tesoro, con i passanti che a ogni angolo di strada fornivano ai poliziotti un dettaglio in più per individuare il rapinatore. E alla fine il fuggiasco è stato arrestato a un chilometri di distanza dall'ultimo assalto. Ora sono in corso gli accertamenti per addebitargli 24 altri colpi messi a segno in questi ultimi mesi con un complice con cui aveva formato la banda «moto e super».
Così li avevano infatti «ribattezzati» gli agenti delle Volanti da quando il 6 febbraio hanno messo a segno il primo colpo in un supermercato per poi fuggire a bordo di uno scooter. E da allora sempre una moto presente nei loro assalti e sempre un supermercato come obbiettivo. La descrizione del resto corrispondeva: il primo un po' più alto e magro, il secondo basso e tarchiato. Proprio come la coppia che aveva fatto irruzione l'altro pomeriggio poco dopo le 17.30 al «Simply market» di via Pietro Calci. I banditi avevano agitato una pistola e poi avevano ripulito un paio di casse contenenti rispettivamente 475 e 310 euro. Quindi la fuga in moto e l'allarme.
Una volante era però proprio nei paraggi per cui in pochi istanti è cominciata la «caccia al ladro», per la verità assai meno romantica di quella raccontata da Alfred Hitchcock. Un primo equipaggio infatti nota in viale Premuda una moto Yamaha uguale a quella usata dai banditi ferma in mezzo alla strada. «C'erano due ragazzi a bordo, sono caduti e si sono messi a correre verso viale Bianca Maria» spiega un passante ai poliziotti che riprendono l'inseguimento.
Giunti in via Donizetti gli agenti vengono contatti da una signora: «Ho visto due giovani che si passavano una pistola, sono andati di là» dice indicando via Mascagni. Svoltato l'angolo la nuova segnalazione: «Ho notato uno strano soggetto che correva, ha preso quella direzione» aggiunge un cittadino allungando la mano verso via Ronchetti. Ed è proprio qui, a un chilometro di distanza, che si ferma la corsa di Franco Santimone 37 anni, un discreto curriculum criminale alle spalle, beccato dagli agenti ancora ansimante e con la mano ferita e sanguinante, esito della rovinosa, e poco «professionale», caduta a terra. In tasca inoltre gli trovano giusti giusti i 475 euro della prima cassa del super.
Il giovane viene ammanettato e gli investigatori dell'Ufficio prevenzione generale iniziano gli accertamenti. Quel pregiudicato infatti assomigliava allo «spilungone» della banda «moto e super». Dall'archivio vengono fatte portare tutte le immagini delle precedenti rapine, la questura ne calcola su per giù 24, quindi si passa alla perquisizione nella sua abitazione di Muggiò. Qui vengono trovati alcuni grammi di sostanza stupefacente ma soprattutto indumenti del tutto simili a quelli immortalati dalle telecamere nel corso degli altri assalti.

Santimone, inquilino fisso delle patrie galere e con una lunga sfilza di precedenti sempre per rapina, dopo l'arresto si è chiuso in un ostinato silenzio rifiutandosi di rivelare il nome del complice, per il momento fuggito con la pistola. Ma scandagliando le sue amicizie non sarà difficile dargli presto un nome e cognome e mandarlo a raggiungere il complice in cella.

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