«Il centrodestra adesso cambi strada»

Il leader di Energie per l'Italia: ora serve un'alleanza liberal-popolare

(...) «C'è un gran lavoro da fare. Energie per l'Italia ha un consigliere regionale, è presente in tutta la Lombardia, il nostro progetto continua, tanto più in questa fase in cui c'è bisogno di ricostruire il centrodestra».

In che direzione? Con chi?

«Noi abbiamo iniziato 2 anni fa, ma non tutti hanno capito. La Lega può essere parte del progetto ma il centrodestra come lo abbiamo conosciuto non c'è più. La Lega è al governo con una forza illiberale, statalista, giustizialista, ed è lontana anni luce da Milano e dai suoi problemi, che comunque non si limitano alla sicurezza».

Lega-5 Stelle, qui si vedono già i problemi di questa strana alleanza. Sulle infrastrutture il governatore Attilio Fontana e il ministro Danilo Toninelli sono agli antipodi.

«Certo, e non solo: pensiamo al modello sanità costruito su una forte integrazione pubblico-privato. O all'acqua, ai rifiuti. Questa regione così dinamica vuole solo che la pubblica amministrazione si tolga di mezzo, per lasciare che privati e comunità creino sviluppo e benessere. La Lega deve decidere se sta col suo elettorato o con Di Maio».

Per le Comunali la Lega ha confermato l'alleanza di centrodestra, che tenga insieme la Milano produttiva e quella della periferie, come ha fatto lei da candidato nel 2016».

«E quel progetto, di tutto il centrodestra, era osteggiato in modo totale da 5Stelle. Noi invece dobbiamo dire ancora che la cura dell'ambiente si fa demolendo e rigenerando l'esistente, non bloccando le auto. E che le case popolari vano sgomberate, demolite e ricostruite. Questo processo avviato con Albertini, però, con Sala si è fermato».

Come lo giudica?

«Sala amministra ma non guida la città verso il futuro. Milano oggi è lontanissima dal resto dell'Italia, per politiche giuste fatte allora. Cresce a attrae. Sala gioca con la tattica politica. Chiede i soldi per la sicurezza al governo? Mandi i vigili invece di tentare di mettere in difficoltà Salvini. Fa pranzi con gli immigrati...si occupi di rigenerazione urbana e grandi obiettivi. Meno politica e più fatti concreti per favore».

Sala troppo politico?

«Avrebbe dovuto portare il kow-how del manager in politica, invece lo sta diluendo per diventare politico. Comunque, sono cose del Pd. Milano cambierà passo con un centrodestra forte e rinnovato».

Con Forza Italia?

«C'è una forte tradizione liberale e popolare da riavvicinare alla politica. E abbiamo cercato di farlo, subendo grandi ostilità. Ora si è aperta una discussione: Mariastella Gelmini ha fatto un discorso chiaro. Un centrodestra a guida liberal-popolare è di forza di governo. A guida radicale è forza di opposizione».

La Lega parla di un candidato che parli all'intera città. Una «Moratti leghista».

«Non so se più o meno leghista, ma i sindaci migliori hanno fatto sintesi. Parlare delle periferie non può più essere un fiore all'occhiello, vuol dire cambiare gestione delle case popolari e investire per costruirne di nuove, altro che riaprire i Navigli. Noi però dobbiamo smetterla di essere opposizione che denuncia: abbiamo un progetto molto chiaro di città e dobbiamo raccontarlo ai milanesi».

Lei, potendo tornare al 2016, cambierebbe qualcosa di quella campagna elettorale?

«Forse chiederei l'impegno dei partiti in maniera più esplicita fra primo e secondo turno. Pensavo fosse automatico, forse doveva essere sollecitato».

Alberto Giannoni

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