«Un mondo che esprime assoluto rifiuto della realtà sociale in cui vive e in cui il pensiero normale segue regole di giustizia privata"»: questo, scrive ieri il giudice Guido Salvini, era l'universo di riferimento delle bande dei trapper, musicisti diventati criminali, finiti in carcere pochi giorni fa per alcuni incredibili episodi di violenza a cavallo tra la banlieu milanese e la provincia di Lecco.
La piena adesione ai valori illegali di questo mondo ha portato a mentire agli inquirenti non solo gli arrestati, capeggiati dal musicista Mohamed Lamine Saida, nome d'arte Simba la Rue, ma persino la loro vittima, il trapper rivale Mohamed Amagour, ovvero Baby Touchè, oggetto di un sequestro di persona brutale. Interrogato a verbale, Baby Touchè ha provato a sostenere che il rapimento era una messinscena da trasformare in videoclip che entrambe le fazioni avrebbero poi pubblicato sui loro canali social. Una versione che il giudice definisce «assolutamente inverosimile» ma che la dice lunga sul clima di omertà che regna in questo mondo.
Anche per questo, Salvini ha deciso di respingere in blocco le istanze di scarcerazione presentate dagli arrestati dopo il primo giro di interrogatori. Unico a lasciare la cella Chakib Mounir, l'autista della vettura usata per il rapimento oltre che manager di Saida e di altri musicisti del settore, che quando ha capito la piega che stavano prendendo gli eventi ha cercato in ogni modo, ma senza riuscirvi, di opporsi al sequestro.
A dimostrare che il rapimento di Baby Touchè non era affatto una recita, scrive il giudice, ci sono diversi fattori. In primo luogo «non si comprende come un video in cui Baby Touchè veniva insultato, sballottato tra i suoi aggressori e, quasi piangente, sbeffeggiato in ogni modo, anche con riferimenti triviali, potesse in qualche modo essergli di vantaggio sui social». E soprattutto se si fosse trattato di una finzione, il rapimento non avrebbe innescato la serie di violente reazioni delle settimane successive: il ferimento a coltellate di Simba La Rue in provincia di Bergamo («presumibilmente come diretta conseguenza dell'umiliazione subita da Baby Touchè») e la contro-rappresaglia ai danni di Benskar Samir, uno degli accoliti di Baby Touchè, ferito a Jesolo poco dopo. Dall'ordinanza di ieri di Salvini si apprende che solo per un caso non c'è scappato il morto: le condizioni di Simba La Rue sono recentemente peggiorate, dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Lecco vi è dovuto tornare d'urgenza per ricucire l'arteria femorale che era stata presa di mira col rischio di farlo morire dissanguato, e come effetto postumo ha prodotto uno pseudoaneurisma che poteva creare danni neurologici.
Davanti a
comportamenti di questa gravità il carcere è l'unica strada «il rischio di ripetizione di azioni simili può essere eliminato solo attraverso un percorso di riflessione che non vi è ancora e che comporta tempi assai più lunghi».
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