Nessun errore o proiettile vagante, il killer di via Muratori ha sparato per ammazzare Massimiliano Spelta e soprattutto la moglie dominicana Carolina Ortiz Payano. Lo ha confermato il medico legale che ieri ha contato sette colpi calibro 357 e 38 sulle vittime. E quasi tutti alla testa. Il numero di proiettili restringe poi il campo di ricerca dell'arma: sul posto infatti non sono stati trovati bossoli, dunque l'assassino ha usato un'arma a tamburo. E sono pochissimi i modelli che caricano 7 o 8 colpi. L'inchiesta dunque continua con qualche indizio in più e, dal clima che si respira in procura e alla squadra mobile, potrebbe anche essere molto vicina a una svolta.
Il movente del duplice delitto, dopo il ritrovamento di mezzo etto di cocaina nella casa delle vittime in via Mecenate 84, rimane focalizzato sulla pista del traffico di droga. I due coniugi avrebbe iniziato a far uso di stupefacenti già a Santo Domingo dove conducevano una vita dispendiosa. Poi la ditta di cui l'uomo era socio fallisce, i due rimangono privi di reddito e decidono di usare i contatti con gli spacciatori dominicani, per allestire un piccolo ma redditizio traffico con l'Italia. Ma hanno commesso un errore, hanno «fregato» qualcuno che non ha perdonato e lunedì sera ha deciso di punire i due. Sono le 19.50 e Spelta e Ortiz Payano, 43 e 21 anni, stanno passeggiando in via Muratori insieme alla figlia di un anno e mezzo. Arriva il killer in sella a uno scooterone condotto da un complice, scende si avvicina alla coppia e spara i primi colpi a bruciapelo alla donna che si accascia avvolgendo la piccola tra le braccia. La bimba verrà raccolta poco dopo dalla polizia illesa, solo qualche graffio al volto riportato nella caduta. L'uomo tenta una fuga disperata ma viene raggiunto dopo pochi metri e crivellato di colpi. Tutti colpi sparati con un unica pistola, come indicano i vari testimoni oculari, in particolare un revolver, cioè un'arma «a ritenzione di bossolo», perché la polizia non trova tracce dei proiettili esplosi.
Ieri all'Istituto di medicina legale, la dottoressa Lavinia Mastroluca ha eseguito l'autopsia scoprendo che le due vittime sono state letteralmente crivellate da proiettili calibro 357 38, cartucce dagli effetti devastanti. Sulla donna il medico ha contato due colpi all'orecchio sinistro e al collo, cinque sull'uomo, fianco sinistro, torace e tre alla testa. Questo conferma che l'assassino ha sparato prima a Carolina poi a Spelta in fuga, l'ha centrato all'addome facendolo cadere, l'ha raggiunto e l'ha finito mentre era a terra. Sette i colpi andati a segno implicano l'uso di revolver molto particolari: una paio di modelli di Smit & wesson, sette e otto colpi, oppure la brasiliana Taurus, otto colpi. Tutte calibro 375, in grado di caricare anche le pressoché simili cartucce 38.
Un'indizio più per gli investigatori che stanno setacciando l'ambiente dei trafficanti sudamericani, dominicani in particolari. Non sono molti e i killer avrebbero anche lasciato diverse tracce dietro di se: l'inchiesta potrebbe per questo giungere presto a una svolta.
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