Se mai ci fu un momento, in passato, in cui i milanesi si sono sentiti con orgoglio cittadini dell'Europa e del mondo, c'è da scommettere che quel momento è stato il mattino di domenica 1° novembre 1964.
Cinquant'anni fa veniva inaugurata, davanti a una gran folla di aspiranti passeggeri in attesa, la Linea 1 della Metropolitana di Milano. Una ricorrenza celebrata oggi da Metropolitana Milanese, in occasione della 15esima edizione di Milanesiana, con la bella mostra fotografica «Milano Sottosopra 1964: nasce la Linea 1», allestita a cura di Giampiero Bosoni nel foyer della Sala Buzzati di Fondazione Corriere della Sera. Fotografie inedite, immagini d'archivio, materiali d'epoca e rarità animano un'esposizione che, fino al 10 luglio, mette in mostra la storia di un grande orgoglio milanese. Di metro a Milano si parlava già da inizio '900, ma poi le guerre fermarono i progetti, e vi si mise mano solo negli anni della ricostruzione. Era la Milano del boom, quella in cui si pensava che la crescita potesse non finire mai e in cui quei 12 km tra Lotto e Sesto Marelli sembravano la porta di un progresso inarrestabile. Sette anni c'erano voluti, dal giugno 1957, per affondare nel ventre della città e tracciare la pista per la Rossa. Per molti furono sette anni da incubo: strade bloccate, cantieri aperti in ogni dove, perfino in piazza Duomo e in via Dante, ponti e passerelle a dirottare il traffico, monumenti smontati, martelli pneumatici al lavoro dall'alba. Per moltissimi furono anni di curiosa attesa: chissà come sarà viaggiare sottoterra? Per altri ancora, come Dino Buzzati, furono sette anni di grande impegno e intensa poesia: tanti gli articoli e i racconti scritti in quegli anni dal giornalista-narratore, alcuni dei quali verranno letti durante la mostra. Ma oltre al semplice dato cronachistico, è fin troppo evidente il sapore metaforico, fantastico, quasi esoterico dell'operazione: la terra che si apre, il suolo che svela i suoi segreti, i lacerti di passato che emergono dal sottosuolo insieme a un velo di paura dell'ignoto. Tutte cose che devono aver pensato quelle folle di milanesi che il giorno del taglio del nastro, alle ore 10:41, videro partire due convogli affiancati (caso unico!) da Piazzale Lotto in direzione Marelli. Ventuno stazioni, 590 metri di distanza media tra una e l'altra: per la cronaca, i treni imbandierati sarebbero arrivati a Sesto alle 11 e un quarto, per la gioia del sindaco Pietro Bucalossi. E oggi? La metropolitana ne ha fatta di strada: il tracciato, l'ottavo d'Europa e uno dei primi 30 al mondo, è lungo quasi 95 chilometri, le linee sono 4 (alle tradizionali Rossa, Verde e Gialla si è aggiunta la Lilla, che serve la tratta Garibaldi-Bignami), mentre si attende la M4, che dovrebbe tagliare la città in senso est-ovest, collegando Linate e S. Cristoforo e incrociando la vecchia sorella Rossa all'altezza di San Babila.
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