Perizie psichiatriche sui vigili prima ma anche dopo aver consegnato un'arma nelle loro mani. Non ha lasciato solo strascichi di dolore l'omicidio avvenuto lo scorso 29 giugno al comando della polizia locale di San Donato Milanese. Quando l'agente 52enne Massimo Schipa - rientrato al comando furente, dopo un turno di «pattuglia appiedata», nonostante i problemi alla schiena e la pioggia - una volta negli spogliatoi ha incontrato il suo superiore, il vicecomandante Massimo Iussa, 49 anni, di Lodi. Proprio lì, tra gli armadietti e la porta del bagno, è nata una brevissima discussione finita in tragedia in una manciata di secondi. Schipa, che abitava con la moglie e il figlio a San Donato, ha estratto la pistola d'ordinanza, una Glock, l'ha impugnata, puntandola dritta contro Iussa, quindi gli ha sparato al petto a distanza ravvicinata: è bastato un colpo solo per freddarlo. Poi si è portato l'arma alla tempia e ha fatto fuoco una seconda volta, facendola finita.
Tra i primi ad accorrere sul posto Ilaria Amé, ex assessore comunale per Forza Italia al comune di San Donato e grande amica di Iussa. Amé ora, insieme il senatore leghista Raffaele Volpi, sta interessando innanzitutto il sindaco di San Donato Andrea Checchi, quindi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la deputata di Forza Italia Daniela Santanché e il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone in modo che diventi una proposta di legge con tutti i crismi l'obbligo di perizie psichiatriche periodiche su tutti gli appartenenti alla polizia locale in servizio e quindi in possesso di un'arma. Controlli che dovrebbero riguardare anche i colleghi che, loro malgrado, sono stati testimoni diretti o indiretti di una tragedia come quella del comando di San Donato.
Nei giorni scorsi di fatti simili, che hanno riguardato i vigili, ce ne sono stati più d'uno. L'omicidio suicidio della comandante della polizia municipale di Monte Argentario. Una 55enne che il 27 luglio ha sparato con la pistola d'ordinanza al figlio 17enne mentre era ancora a letto e poi si è tolta la vita. Oppure il suicidio dell'altroieri, della 48enne agente della polizia locale di Darfo (Brescia), sparatasi in servizio, nel suo comando.
«Le forze dell'ordine negli ultimi anni sono sottoposte a sempre maggiori pressioni - ha scritto ieri su Facebook il senatore bresciano Volpi -.
Gli ultimi tragici eventi impongono una seria riflessione. Sono ormai indispensabili delle azioni di revisione periodica e costante sui requisiti di accesso operativo su un personale coinvolto in situazioni nuove e logoranti».
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