Bulli e per di più razzisti, in cerca di facili emozioni tipo prendersela con un venditore di rose bengalese, oppure aggredire in sei due ragazzi intervenuti in difesa dello straniero. Calci e pugni e alla fine anche una bottiglia rotta in testa, come nel Far West. Poi all'arrivo delle volanti «coraggiosamente» sono scappati ma sono stati acchiappati uno alla volta e portati in questura. Identificati e poi rilasciati con una denuncia a piede libero. Forse un po' troppo poco per il loro comportamento vigliacco.
I sei soggetti, cinque italiani e un moldavo tra i 18 e i 26 anni, vengono tutti da Pero e hanno deciso di passare la serata in centro, con ogni probabilità riempendosi di birra e forse qualcos'altro. Verso le 4.30 sono ancora in giro, belli carichi e pronti a sfogare la loro esuberanza. Così alle colonne di San Lorenzo individuano la preda ideale: un venditore di rose asiatico. Uno dei quei ragazzi che cercano di rimediare qualche euro avvicinando coppiette e, facendo leva sull'orgoglio del maschio che non vuole passare da spilorcio, cercano di vendere fiori. Forse un po' troppo insistenti certe volte, ma nel gruppo dei sei non ci sono ragazze quindi, difficilmente può averli infastiditi.
I sei bulletti lo prendono in mezzo, lo sbeffeggiano, lo spintonano, forti del branco. Una brutta scena che non sfugge a Felice C., campano di 27 anni, in compagnia di un amico e una ragazza. I due maschi si avvicinano per invitare i sei a smetterla e immediatamente si ritrovano accerchiati e aggrediti. Volano calci e pugni, difficile reagire in un rapporto di 3 a uno. Solo l'amico di 23 anni riesce a divincolarsi e chiamare il 113. Felice rimane sotto, ne prende ancora poi il colpo più vigliacco a un avversario che non può difendersi: una bottigliata in testa.
Nel frattempo però arrivano le prime volanti, il branco si divide in due e tenta una fuga ma i teppisti vengono presi uno dopo l'altro. Hanno ancora il sangue delle vittime addosso, lividi sulle nocche per i pugni tirati, le magliette strappate. Finiscono in questura, dove vengono identificati e rilasciati. Trattandosi di incensurati, la polizia non divulga i loro nomi, un bel regalo in nome della riservatezza a chi forse non merita regali. Se ne sono tornati a casa all'alba, magari anche fieri del loro comportamento.
Chi invece non torna a casa è Felice che finisce al Policlinico in codice giallo, poi trasformato in rosso, perché con le commozioni cerebrali è meglio andare cauti. Una prima tac effettuata ieri ha escluso la presenza di grossi danni ma il ragazzo rimane in osservazione.
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